Quando si pensa a Iniesta è inevitabile pensare anche al Barcellona. Il centrocampista spagnolo continua a giocare negli Emirati Arabia, ma un occhio ai blaugrana lo butta sempre. Catalani che saranno impegnati nel ritorno degli ottavi di Champions League contro il Napoli (QUI la probabile formazione del Napoli), e l'ex capitano del Barça ne ha parlato.
Barcellona-Napoli, le parole di Iniesta
Queste le sue parole alla Gazzetta dello Sport: "Napoli? È una sfida complicata, difficile indicare un favorito. All’andata il Barça ha fatto bene, ma non ha vinto. E il Napoli in queste tre settimane è migliorato, ha avuto sensazioni più positive legate al cambio di allenatore. Xavi invece ha perso due importanti come Pedri e De Jong. Ora gioca in casa e la cosa a mio avviso pesa, anche se Montjuic non è il Camp Nou, questo è evidente. È un aspetto che complica le cose per il Barça. Spero che col Napoli si ricrei magicamente un ambiente simile a quello del Camp Nou. Ho fiducia nel passaggio del Barça ma non sarà facile perché il contesto è particolare, un’eventuale eliminazione sarebbe pesantissima e la cosa non aiuta, la pressione è grande".
Iniesta ha parlato anche della situazione di Xavio, che ha già annunciato che a fine stagione lascerà il Barcellona: "Soffro con lui. Come tifoso e come amico. Perché so quanto ci teneva ad allenare il Barça e quanto ha a cuore questo club. Ci ha messo una passione incredibile e nessuno più di lui vuole che le cose vadano bene. E non per se stesso o per gloria personale, ma per il club che ama. È evidente che se ha deciso di dare le dimissioni è solo per il bene del Barça".
Iniesta ha parlato anche dei tanti canteranio usciti negli ultimi anni tra i blaugrana, come Yamal e Cubarsí: "Per un verso è eccezionale che ragazzi così giovani arrivino in prima squadra e giochino tanto bene. Dall’altro penso che queste cose sono sempre figlie di un contesto puntuale. Io iniziai a giocare e la mia presenza mandava in panchina Riquelme. La squadra era in crisi, Van Gaal cercava soluzioni e la cantera del Barça le ha sempre offerte. Oggi è una situazione simile. In mezzo c’è l’esempio di Guardiola, che diede fiducia a Pedro e Busquets inserendoli però in un contesto più positivo, non legato a necessità pressanti. Rovescio della medaglia: non penso che giocatori tanto giovani debbano tirare un carro tanto impegnativo come quello del Barça. E poi bisogna fare attenzione: quando è esploso Pedri gli hanno fatto fare il record di partite stagionali tra Liga, Europeo e Olimpiadi. E ha iniziato a farsi male. È molto difficile gestire queste cose tra la necessità di una squadra e la voglia di un ragazzo".