Regno Unito, terra di rivalità e tradizioni. È la storia del calcio che inizia a parlare inglese ed è lì che il calcio contemporaneo comincia a prendere le sembianze moderne. Ma anche la rivalità, da sempre è bianchi contro i blu. Inghilterra contro Scozia, fin dal 30 novembre 1872, giorno della prima partita ufficiale nella quale le due nazionali hanno vestito questi colori.
Gli inglesi di bianco e gli scozzesi in blu, come i colori della bandiera nazionale, ma anche perché le magliette furono prestate dall'allora squadra di rugby di Glasgow. Una tradizione rotta però l’11 novembre dello scorso anno, quando la Tartan Army fu costretta a scendere sul campo di Wembley con una inedita maglia rosa. Colpa soprattutto del nuovo kit scozzese che nella sua nuova veste prevede oltre al blu, le maniche bianche, facilmente confondibili con il total white dell’Inghilterra. A nulla sono servite le proteste del capitano scozzese Fletcher: “Ma cosa stiamo combinando?". Ho chiesto se si potesse rimediare un completo diverso per l'occasione, ma non è stato possibile”. Parla infatti chiaro il regolamento delle divise da gioco: “Ogni Società deve disporre di una prima divisa da gioco, con i propri colori ufficiali, che dovrà utilizzare nelle partite interne e in tutte le partite esterne in cui non vi sia confondibilità di colori con la squadra avversaria, e di una seconda divisa (più eventuali altre), che dovrà essere notevolmente diversa ed in contrasto con la prima”.
Nella gara di ritorno è toccato quindi all’Inghilterra spezzare la tradizione, con la maglia bianca che ha fatto spazio a quella rossa. Ma lo stesso Fletcher ha chiuso subito la polemica: “Quello che conta è lo stemma con la rosa sopra la maglia”. Tradizioni infrante per far spazio alle leggi del marketing, ma la rivalità quella rimane dal 1872.