Intervista in infradito, banane all’intervallo, panini in panchina, l’invasione di campo di un uomo-giraffa. E poi quella traversa di Deacon! Sì, perché oltre allo spettacolo (vero!) lontano dal campo c’è stata anche la partita. Come fai a dimenticare quei 90 minuti? Impossibile per chi stasera è sceso in campo al Gander Green Lane. Sutton-Arsenal è finita 2-0 per i Gunners grazie ai gol di Lucas Perez e Walcott. Poteva andare molto peggio. Ma invece niente goleada e, anzi, un paio di brividi per Wenger. Tutto grazie a questa squadra di dilettanti che ha sognato e fatto sognare.
Worner, che ha un negozio di cornici. O al capitano Jamie Collins che lavora nel campo dell’edilizia, a Beckwith che è un commercialista, a Amankwaah, personal trainer di Bristol, o ancora a Fitchett che lavora per una compagnia di assicurazioni. Storie. Nella storia. Quella grande, di un Sutton che nonostante il divario immenso se l’è giocata. Con incoscienza e anche un pizzico d’arroganza. Senza cambiare le proprie abitudini, perché Bailey anche prima di questa sfida unica si è mangiato i suoi soliti 9 nuggets da McDonald. Anche se quando si parla di cibo il vero campione resta Wayne Shaw.
All’intervallo è sparito. L’hanno ritrovato al bar. E all’82’ non ha più resistito ed è stato pizzicato mentre mangiava un panino imbottito. Fame placata e un sorriso strappato. Un altro. Perché questo è lui e questo è il Sutton. Erano anche aperte le scommesse, conoscendo il tipo: Shaw che mangia in diretta tv a gara in corso era dato a 8. Sicuramente più probabile di una vittoria del Sutton, e infatti...
“Ci ha dato qualche preoccupazione, hanno giocato una partita professionale come anche noi del resto. Ma non abbiamo mai abbassato l’attenzione”, ha detto Wenger nel post partita. E chissà cosa avrà pensato quando Deacon al 65’ ha fatto tremare la traversa (mentre Ospina guardava). O quando Collins anche, poco prima, di testa stava per segnare il gol di una vita. Sai che spettacolo per tutti i tifosi presenti? Stadio tutto esaurito, manco a dirlo. E chi non era entrato si è assiepato su una collina alle spalle dell’impianto. Impossibile perdersi un evento così.
Sanchez ha avuto bisogno di un bodyguard per entrare allo stadio. Ecco perché al triplice fischio, nonostante la sconfitta, tutti i tifosi hanno invaso il campo. Cellulare in mano e via con i selfie, placcando a turno tutti i giocatori dell’Arsenal. Quelle foto da custodire, da condividere con orgoglio sui social. Subito. Per dire: “Io c’ero”. E che bello vedere poi Walcott nello spogliatoio del Sutton a stringere la mano di tutti i giocatori, firmando le loro maglie. E poi tutte in bacheca, come fossero un trofeo. Forse lo sono davvero, per i protagonisti di una notte da ricordare, trama di un tipico racconto per i nipotini. Avrà anche vinto l’Arsenal ma i riflettori oggi erano tutti per loro e non poteva essere altrimenti. Grazie Sutton.