Si dice spesso che, una volta toccato il fondo, si possa solamente risalire. Una massima che forse, per il Milan di questa stagione (e non solo), risulta tuttavia inadatta, almeno stando alla prestazione offerta oggi a San Siro contro il Frosinone, a forte rischio incubo-sconfitta. Reduce dall'incredibile K.O. di Verona, pesante (oltre che per la rimonta subita) per il modo in cui è stata interpretata la gara, la squadra rossonera non ha saputo reagire nel migliore dei modi, una volta di più, ad una delle ormai tante, brutte pagine scritte negli ultimi anni della sua storia.
E dire che di obiettivi da centrare, a differenza delle ultime due annate spese tra gestione Allegri/Seedorf ed Inzaghi, la squadra di Brocchi ne avrebbe ancora. Un'Europa da riconquistare, tre anni dopo l'ultima presenza in competizioni continentali, e la finale di Coppa Italia del 21 maggio, per tentare di riportare dopo 5 stagione un trofeo in bacheca: motivazioni che sembrano tuttavia non bastare, almeno di fronte a ciò che si è visto, da qualche settimana a questa parte, sul terreno di gioco.
Squadra distratta, con due tra gli elementi più continui di questa stagione come Alex e Donnarumma non esenti da responsabilità sulle reti subite, e la sensazione che ancora, folate a parte, manchi la cattiveria necessaria per aggredire qualsiasi tipo di avversario. Meglio sì in avanti, rispetto alle gare precedenti, per occasioni create: male, troppo, in fase di incisione offensiva e nelle retrovie, con troppe palle gol sprecate (rigore compreso) e palesi errori di deconcentrazione costati carissimo.
Che la fortuna in alcune circostanze non sia girata a dovere, almeno nell'occasione finale creata da Balotelli, risulta un dato di fatto. Ma l'impressione generale resta quella di una squadra troppe volte non capace di comportarsi da big, termine più adatto al cuore di un Frosinone cinico e vicino a sfiorare il colpaccio, con un'Europa ora un po' più distante ed un enorme punto di domanda in vista del finale di stagione. Che potrebbe rivelarsi, ancora, deludente, nonché dipendente dall'umore di un Milan che ora, rispetto al gruppo capace di inanellare 9 risultati utili consecutivi, sembra non riuscire ad uscire da una serie di risultati negativi preoccupanti.