Un po’ come Ulisse, ma diviso tra due Itaca. Sempre in viaggio Ciro Immobile, già da bambino, quando per andare agli allenamenti non aveva il tempo nemmeno di sedersi a tavola: “Quando vivevo a Torre Annunziata e giocavo nel Sorrento il pranzo consisteva in un panino smangiucchiato sulla Circumvesuviana”. Tanti sacrifici, altrettanta passione. Non si è mai fermato Ciro. Partito dal Torre Annunziata ’88 arrivato ad essere l’attaccate italiano più forte del momento. Ora la scuola calcio del suo paese non c’è più, ma lui continua a stupire. Doppietta con il Genoa nell’ultima vittoria della Lazio al Ferarris. Due gol per impreziosire un clamoroso avvio di stagione da 9 reti in 6 presenze con annessa vittoria della Supercoppa Italiana: “E' il momento più bello della mia carriera”. Mai così forte Ciro, nemmeno nell’anno dei 22 gol col Torino, quando in panchina c’era quel Ventura che ora se lo coccola in Nazionale.
La "sua" Napoli
Mercoledì affronterà il suo passato, la sua Itaca. La prima, perché ora ne ha anche un’altra: “A Roma mi sento a casa”, ripete spesso. Ma l’amore per Napoli supera ogni cosa: “Da bambino simpatizzavo per la Juventus ma poi sono diventato un tifosissimo del Napoli”. Rapporto speciale con la sua città, da sempre amata, ma mai vissuta a pieno. Almeno da quando ha iniziato a fare il calciatore. Sempre con la valigia in mano, giramondo per vocazione. Italia ma non solo. Immobile ha viaggiato tanto, non riesce a stare fermo. Torre Annunziata, Sorrento e Torino, sponda bianconera: “Quando gli dissi che lo voleva la Juventus non ci voleva credere, per lui era un sogno”, racconta papà Antonio. Due anni di Beretta, uno in Primavera: capocannoniere e miglior giocatore del Viareggio. Risultato? Esordio in Serie A, al posto dell’idolo di sempre Del Piero. E pensare mamma Michela da Torino voleva riportarlo a casa: «Era salita per il compleanno, mi disse “ma che ci stai a fare qui?” Le risposi di non mettermi strane idee in testa». D’altronde ci ha sempre creduto Ciro. Da Torino a Torino, sponda granata. Fino a Siviglia, passando per Dortmund. Non ha mai messo radici, ci sta provando a Roma. Ma il pensiero è sempre rivolto verso la sua Napoli. E lì che torna quando ha un attimo libero. A Torre Annunziata ha lasciato gli amici di una vita e la famiglia… e anche il Savoia, squadra di Eccellenza di cui è presidente onorario.
Nuova casa
Scruta il futuro ma non dimentica il passato. Mercoledì sera Ciro si godrà il presente: il calciatore errante da sempre in viaggio potrà fermarsi per 90 minuti senza avere la sensazione di non sentirsi al proprio posto. Affronterà il Napoli nel momento migliore della sua carriera. Quel Napoli che due estati fa stava per riportarlo a casa: “Sarri lo voleva fortemente”. Nulla di fatto, quindi ecco la Lazio. Un colpo di fulmine con ambiente e allenatore. Inzaghi lo ha accolto a braccia aperte e lo ha valorizzato. Lo ha reso il migliore sulla piazza. Immobile ringrazia e fa gol. Tanti, ma soprattutto pesanti. Quelli che fanno vincere partite e trofei: “Ho trovato finalmente la maturità, me lo sento dentro”. Forse ha trovato anche un altro porto sicuro. Da Roma con vista su Napoli: finalmente Ciro mercoledì sera potrà fermarsi pensando “ora mi sento a casa”.