Stiamo parlando dell’immediato secondo dopo guerra. L’Hotel Gallia di Milano era diventato il centro ed il salotto del calciomercato. Personaggi quasi mitologici si aggiravano per le stanze dell’Albergo.
I principali: il principe Raimondo Lanza di Trabia, Renato Dall’Ara, Gippo Viani, Ferruccio Novo, Achille Lauro e Paolo Mazza.
E proprio quest’ultimo, presidente della Spal dal 1946 al 1976, era considerato il “primo” re delle plusvalenze.
Lui, conosciuto sì per i grandi meriti sportivi per aver portato, nel 1950/51, la Spal per la prima volta nella Serie A a girone unico ma soprattutto ricordato quale finissimo talent scout.
Insieme a Gippo Viani, suo fidato consigliere e braccio destro, rivoluzionò il mercato. Aiutato dal fatto che quest’ultimo aveva in mano più della metà delle trattative.
Intuito e talento lo portarono ad acquistare Mario Astorri per 250 mila lire dallo Schio per poi rivenderlo alla Juventus per la cifra record di 2 milioni.
Cedette Montanari, De Lazzari e Brandolin alla Lazio a dodici volte il prezzo pagato all’origine. Prelevò per tre milioni Pandolfini dalla Fiorentina per poi rivenderlo sempre ai viola per 16 milioni dopo che segnò 20 reti nel girone B della Serie B e che successivamente giocherà 21 partite segnando 9 reti in Nazionale della quale divenne, per un periodo, il capitano. Il mediano Nesti costò 700 mila lire e si trasferì all’Inter per 40 milioni.
Rimane nella storia il passaggio del portiere Bugatti al Napoli nel 1953. Mazza lo vendette in pochi minuti grazie al compiacente sindaco di Napoli Achille Lauro che gli consegnò un cartoncino di un pacchetto di sigarette sul quale scrisse “pagate 55 milioni” e sotto ci mise la firma. “Vai alla Commerciale”, disse a Mazza. Il giorno dopo il presidente della Spal riscosse tranquillamente 55 milioni presentando quel bigliettino allo sportello dalla Banca Commerciale di Palermo.
Sempre nel 1953 Mazza vendette Alberto Fontanesi alla Lazio il danese Niels Bennike al Genoa. Questi ulteriori movimenti di mercato, con buone plusvalenze, gli consentirono di mantenere la SPAL in Serie A per tredici anni consecutivi. Venne per questo denominato il “Mago di campagna”, che acquista sconosciuti in giro per l'Italia per farli diventare grandi calciatori.
Nel 1958 la Spal fornì all'allora Nazionale Italiana Under-19 Roberto Oltramari proveniente da Sustinente in provincia di Mantova. Quella nazionale in cui militarono alcuni altri giovani di nome Enrico Albertosi, Mario Corso e Bruno Bolchi partecipò al Campionato Europeo di categoria giocato in Lussemburgo che l'Italia vinse laureandosi campione d'Europa, battendo in finale l'Inghilterra per uno a zero proprio grazie al gol di Oltramari. A Paolo Mazza quindi, venne riconosciuto il merito di quella vittoria, grazie ad una sua ennesima scoperta.
E vogliamo parlare di un certo Fabio Capello? Prelevato dal Pieris per 2 milioni di lire, venne rivenduto nel 1968 alla Roma per 250 milioni.
Un Presidente quindi lungimirante e talentuoso che grazie alle sue plusvalenze ha dato lustro alla sua Spal in Serie A…e chissà che non sia di buon auspicio per una nuova e prossima promozione nella massima Serie per la squadra di Semplici.