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Data: 04/05/2017 -

Il Vocabolario del Calciomercato - Le origini: Ferruccio Novo ed il Grande Torino

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Il Vocabolario del Calciomercato - Le origini: Ferruccio Novo ed il Grande Torino
Il Vocabolario del Calciomercato - Le origini: Ferruccio Novo ed il Grande Torino

4 maggio 1949 – 4 maggio 2017. Oggi sono esattamente 68 anni dalla tragedia di Superga che ha tolto al calcio Italiano il Grande Torino. Una squadra fatta di uomini, una squadra fatta di campioni.

Ma dietro ad una grande squadra c’è sempre un grande Presidente. Ed è stato così anche nel caso del Grande Torino che ha avuto in Ferruccio Novo un architetto che, con acume e competenza, ha costruito la squadra che sarebbe rimasta per sempre nella storia del calcio.

Novo aveva il Torino nel destino. Era stato nel 1913 difensore delle giovanili ma da “schiappa”, come si definiva lui, non era andato oltre.

Nel 1939 ne diventò Presidente, dopo tanti anni da consigliere. Il passaggio di consegne avvenne direttamente dall'ingegner Cuniberti, che non era riuscito a rilanciare una squadra sempre più oscurata dalle vittorie della forte Juventus di Edoardo Agnelli.

Per la campagna acquisti si era fatto consigliare anche da Vittorio Pozzo e dall’ex bandiera granata Antonio Janni che segnalava il diciottenne attaccante Franco Ossola, considerato il primo "pezzo" del futuro Grande Torino.

Fu però nel calciomercato per il campionato 1941-42 che il presidente granata mise a segno i primi veri colpi.

Arrivarono Romeo Menti dalla Fiorentina, dall'Inter il campione del mondo Pietro Ferraris e dalla Juventus ben tre giocatori: il portiere Bodoira e i due centravanti Felice Borel e Guglielmo Gabetto che, a soli 25 anni, venne considerato un giocatore finito, facendo poi ricredere tutti.

Il Torino non vinse lo scudetto (che andò alla Roma, ndr) ma scopri e comprò dal Venezia, per quasi un milione di lire, i giovani Ezio Loik e Valentino Mazzola e dalla Triestina Giuseppe Grezar. Questi tre giocatori fecero vincere nel 1942-43, anche se all'ultima giornata, prima lo scudetto e poi la Coppa Italia.

La guerra fermò momentaneamente la corsa del Torino. Nel periodo bellico Novo trovò una collaborazione con la Fiat e riesci a tenere unita la squadra pensando anche alle famiglie dei suoi giocatori e alle loro necessità alimentari. I calciatori, per riconoscenza, al termine della guerra gli giurarono fedeltà tanto che Valentino Mazzola chiamò il suo secondogenito col nome di battesimo di Ferruccio.

Fu nell’estate del ’45 che Novo completò la squadra con l’arrivo di Silvio Piola, Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Eusebio Castigliano, Mario Rigamonti e Virgilio Maroso.

Con questa formazione il Torino, dal 1945 al 1949, collezionò record su record e la squadra arrivò ad essere conosciuta in tutto il mondo per l'estro e la fantasia di gioco tanto che la Nazionale arrivò a schierare ben dieci giocatori del Toro nella formazione titolare.

I successi del Torino furono dovuti anche all’introduzione del metodo di gioco detto “sistema” che consentiva un maggiore controllo del centrocampo e più fluidità di gioco contrariamente al “modulo”, incentrato su difesa e contropiede.

Il Torino fu anche l’unica squadra a muoversi in Italia con un pullman societario riconoscibile e ad intraprendere tournée internazionali che contribuirono alla diffusione del mito del Grande Torino perché “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede”.

Tags: Torino



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