Quando non ci sono più le parole per esprimere o raccontare un
dolore non resta che il silenzio. Anche un minuto. Per ricordare. Il
calcio oggi si è fermato ed ha pianto la scomparsa della
Chapecoense. Calciatori, allenatore, staff, ma prima ancora figli,
fratelli, mariti, compagni, padri. Solidarietà, vicinanza, da ogni
parte del mondo. Le squadre di un Brasile sconvolto si preparano ad
affrontare la prossima giornata di campionato con il lutto al
braccio, raccogliendosi in un minuti di silenzio prima del fischio
d'inizio e indossando delle maglie con lo stemma del Chape sul petto,
proprio lì vicino al cuore. Una tragedia difronte la quale il calcio
europeo non poteva rimanere indifferente. Specie una squadra come il
Torino, segnata dal dramma di Superga: da qui la decisione di
indossare il lutto al braccio stasera in Coppa Italia e iniziare la
partita contro il Pisa con un minuto di silenzio. “Uniti dalla
stessa tragedia”, come recitava lo striscione nella curva granata.
Silenzio a Oporto e prima di Hull-Newcastle. Silenzio prima
dell'allenamento dell'Atletico Madrid e per l'Argentina Under15; lo
stesso, assordante, che è calato anche su Anfield dopo YNWA, prima di dare il via a Liverpool-Leeds. Occhi lucidi sugli spalti, una
bandiera del Brasile, sguardi al cielo come a cercare chi non c'è
più. Il ricordo però resta, così come i colori di un club che il
Brasile, e non solo, si è impegnato a non far sparire. Verdi e
bianche, le luci che hanno illuminato Wembley e l'Allianz Arena, come
il Cristo Redentore di Rio e la facciata della sede dell'Atletico
Mineiro. Fino in Danimarca, dove i tifosi del Copenhagen hanno
esposto uno striscione con su scritto, in portoghese: “Siamo con
voi”. Perché oggi tutto il calcio è in lutto e in modi diversi ha
reso omaggio alle vittime di una tragedia che ha spezzato un sogno.
#ForçaChape.
Data: 29/11/2016 -