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Data: 06/11/2016 -

Il sogno Premier League e il passato, a tutto Mazzarri: "Inter? Il tempo è stato gentiluomo"

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Dalla nuova vita in Inghilterra alle esperienze in Italia, dal 'sogno' Premier League al periodo più grigio della carriera, l'Inter. Poi l'ottimo inizio di stagione con il suo Watford e la grande vittoria contro il Manchester United di José Mourinho: parla di tutto Walter Mazzarri, intervenuto a La Nazione.

"Come si vive lontano da casa? Se si vince va tutto bene, se si perde invece mi girano i coglioni… - ha detto Mazzarri -. Non sento nostalgia dell'Italia, entrare qui nello stadio e trovarlo pieno di gente che vuole divertirsi è davvero uno spettacolo. Sembra sempre come quando a Napoli giocavamo la Champions, qui la gente si esalta ed è sempre pronta a regalarti uno spettacolo di emozioni. E' normale, perché questa è la Premier League, il campionato più bello del mondo. E poi se vinci sembra di andare sulla luna… Battere il Manchester United, ad esempio, è stato bellissimo. Qualcosa di inimmaginabile. Una vittoria così, dopo trent'anni e in uno stadio che scoppia di gioia è una cosa fantastica. Si lavora per questo. Ha ancora più valore perchè ho battuto Mou? No, qui è stata festa grande perchè abbiamo vinto contro lo United, il calcio inglese è questo. E poi io con José mi sono chiarito tempo fa, lui mi chiamò per complimentarsi quando sono andato all'Inter".

L'Inter, esperienza amara. Ferita ancora aperta per Mazzarri, che ha parlato della sua avventura in nerazzurro e del momento attuale: "L'Inter? E' un capitolo chiuso, non vorrei parlarne - ha continuato l'allenatore -. Però posso dire che il tempo è stato galantuomo... L'arrivo dei cinesi? Il primo a pagare per il cambiamento esotico sono stato io. Ero stato assunto da un presidente italiano e mi sono ritrovato con uno straniero. Io dico che quando si fanno dei cambiamenti si devono fare bene. Quando la società è stata ceduta noi eravamo secondi in classifica. E quando si sceglie un allenatore bisogna conoscerne ogni caratteristica, serve che gli si affidi un progetto credendo nel suo lavoro fino in fondo per raggiungere degli obiettivi. Ma è necessario anche che all'allenatore si facciano scegliere gli uomini giusti e gli si permetta di fare la squadra come meglio crede. Questa è una legge nel calcio. E se non la rispetti sei fottuto".

E il Napoli? "L'ho visto giocare ogni tanto, non sempre - ha continuato Mazzarri -. Posso dire che fanno un bel calcio. Conosco Sarri, ha fatto tanta gavetta e meritava una piazza importante. I consigli di De Laurentiis? Sono soltanto i risultati a mettere tutti d'accordo, ma quando si sceglie un allenatore lo si fa a ragion veduta. Bisogna dargli fiducia e lasciarlo lavorare, può essere solo questo il rapporto con l'allenatore. Cavani o Higuain? Tra i due c'è una differenza: Cavani è arrivato al Napoli da Palermo, una dimensione completamente diversa, e sappiamo tutti cosa è diventato. Higuain invece è arrivato dal Real Madrid con l'etichetta ed il prezzo del top player. Giusto cedere i campioni per tanti soldi? Ognuno nella sua azienda sa cosa deve fare".

Tempo di pensare al presente, con il Watford che viaggia spedito in quella Premier League in cui gli allenatori italiani stanno facendo tanto bene: "Parlavo da tempo con Gino Pozzo per lavorare insieme, quello che è accaduto all'Inter ha solo accelerato i tempi - ha concluso Mazzarri - . Avevo la necessità di fare un'esperienza professionale in Inghilterra. Mi diverto? Certo, se vinco. Tutto il resto sono chiacchiere. Capita di saltare i pasti per non perdere un minuto di lavoro. Succedeva anche a Castelvolturno, un paio di yogurt e via. E' solo così che si è sicuri di aver fatto tutto per costruire un successo, questo i ragazzi lo capiscono. Sono tanti gli aspetti da curare, tra questi anche la comunicazione, ormai importantissima. Io ad esempio dedico lo stesso tempo sia a chi gioca sia a chi rimane fuori, non posso permettermi di perdere nessuno. Gli altri allenatori italiani? La scuola italiana si fa sentire indubbiamente, quella cura sartoriale del particolare non si trova da altre parti. Ranieri lo abbiamo già conosciuto in Italia e a Leicester ha portato un'esperienza preziosissima. Conte, invece, non è un mistero. Ognuno di noi, però, anche se appartiene alla scuola italiana gestisce la squadra a fantasia sua".



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