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Data: 12/04/2016 -

Il racconto di un weekend speciale in Premier: tra la magia-Leicester e l'ospitalità di Sunderland e Newcastle

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È proprio il caso di dirlo: il tempo vola. Se si tratta di un weekend in Premier League poi, non ne parliamo. L’euforia e quel pizzico di curiosità prima della partenza, come dimenticarla. Quell’attimo di disorientamento appena dopo l’atterraggio, poi. Giusto il tempo di organizzare le idee e di cercare di ammirare il più possibile, ovviamente il tutto riguardante il… Football: si parte. Eh sì, perché non c’è attrazione che tenga quando si tratta del calcio. La ‘Green line’ della metro, il tour al “St. James’ Park”, la statua di Bobby Robson che sembra semplicemente pronunciare “Welcome”, un amico ritrovato dopo anni, il Quayside ed i gabbiani sul Tyne: Newcastle. E quel sole passeggero, tipico delle più classiche giornate inglesi. Di nuovo sulla ‘Green line’, questa volta direzione Sunderland. Logico, a costo di risultare incoerenti: non è una novità la rivalità secolare che divide ‘Geordies’ e ‘Mackem’: c’è chi, nato in una delle due città, addirittura sostiene di non aver mai visitato il luogo natio rivale. Eccoci, fermata St. Peter: da fuori lo “Stadium of Light” è uno spettacolo (e bisogna aspettare di vederlo dall’interno!). La città, la targa del faro del Roker, dove sorgeva l’antico “Roker Park”, il ‘ Sunderland Fans Museum’, il Fausto Caffè, piccolo bar chiamato così dalla proprietaria, Louise, in onore di Fausto Coppi, le nuove conoscenze, le birre, i pub: il Poetic License Pub, l’Harbor View, il Colliery Tavern, e chi più ne ha più ne metta. La mentalità dei tifosi: è dura da ammettere, ma avanti anni luce. Supporters avversari sul campo ma compagni di bevute nel pre e post partita: d’altronde, da quelle parti, una bella birra tutti assieme non si nega proprio a nessuno. Una gioia per gli amanti del calcio. La partita, poi. Sunderland – Leicester: una festa. Che dire? Emozionante, eccezionale, mozzafiato: da rimanere a bocca aperta. Chi dice che la bellezza della Premier League non si apprezza in pieno fino a che non si ha la possibilità di vedere un match dal vivo, ha formulato una descrizione perfetta. Le maglie blu e biancorosse che si mischiano dirigendosi allo stadio. I cori, l’agonismo in campo, le famiglie coi bambini dal sorriso sulle labbra a fare il tifo per i propri idoli, gli applausi di tutto lo stadio ai vincitori. Jamie Vardy, una vera forza della natura. Vederlo a pochi metri di distanza? Indescrivibile. Le lacrime d’orgoglio di Ranieri: sembra un sogno, ma non lo è. Dunque, l’ indimenticabile incontro coi giocatori di casa nel Lounge dello stadio: Mannone si rivela un grande portiere in campo ed un vero fenomeno fuori, ma non avevamo alcun dubbio a riguardo. Simpatico, gentile e disponibile, ma dallo sguardo triste: la salvezza del Sunderland, ovviamente, viene prima di tutto. Anche Kaboul, in quanto a simpatia, non scherza, soprattutto dopo aver marcato Vardy per 90’! E finita la partita, perché no, tifosi che bevono un’altra birra (se non due o tre) tutti assieme. Unica pecca: non essere riusciti a conoscere Borini e Ranieri, ma ci sarà un’altra occasione. Ed infine, il rientro. Una coincidenza presa a Parigi in extra time, per rimanere in tema calcistico, a causa di un errore all’aeroporto di Newcastle et voilà: Milano. Che poi, l’Italia è fantastica, ma conoscere questa specie di nuovo mondo ci voleva, eccome: un’esperienza imprescindibile per chi ama il calcio, quello vero. Un abbraccio ai cari in attesa all’aeroporto ed ecco che ricomincia la routine quotidiana. Eh sì, il tempo è volato, ma si spera che sia solamente un arrivederci, dear Sunderland and Newcastle. Hope to come back soon. Alberto Trovamala


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