Non avrei mai pensato potesse accadermi qualcosa del genere. Partecipare ad una trattativa di calciomercato poi, incredibile. Da giornalista a dirigente sportivo, perché no. Ruoli antitetici che per una volta trovano un punto d’incontro. Si scherza, chiaro: non ho avuto nessuna parte attiva nella trattativa. Ci mancherebbe: non saprei nemmeno da dove iniziare. A ripensarci però un pizzico d’adrenalina sale nuovamente nelle vene come in quegli attimi vissuti freneticamente. Rivivere quei momenti e quel susseguirsi di turbamento e trepidazione per un affare che sembrava destinato a saltare, per poi essere portato a termine e successivamente saltare nuovamente così, in continuazione, è stato impareggiabile. Inaspettato. Ma partiamo dall’inizio. Rewind alle ultime ore del calciomercato. Mentre scrivo sembra quasi impossibile che sia accaduto proprio a me. Chi l’avrebbe mai detto. Ma… bando alle ciance: si parte! Hotel Meliá, sede di quest’ultimo giorno di calciomercato estivo. Quarto piano: mi sono ritrovato lì seguendo un noto agente e sperando di riuscire a strappargli qualche scoop dell’ultima ora. 22:00 inoltrate di una giornata fino a quel momento – per quanto mi riguarda - tutto sommato tranquilla. Meno di un’ora al gong finale. Ben presto però mi rendo conto di trovarmi completamente in solitudine nel corridoio: niente e nessuno intorno a me. Ascensore is the way: meglio raggiungere il piano terra dove si trova la maggior parte degli addetti ai lavori. Fino a quando da una di quelle stanze – luoghi prescelti dove terminate le trattative vengono poste le firme sui contratti –, precisamente la 470, ecco uscire Rino Foschi del Cesena. Lo riconosco, l’ho visto in tv una miriade di volte. Dall’espressione del viso capisco però che qualcosa non va, non è sereno. Anzi. “Hai un computer?”, mi chiede un po’ affannato senza che in precedenza ci fossimo mai rivolti la parola. Mi guardo intorno per capire se la domanda fosse realmente rivolta a me: ci sono solo io. Risposta affermativa (che giornalista sarei se no?). “È un buon computer? Veloce? Perchè il nostro si è bloccato e dobbiamo chiudere Cacia. Corri a prenderlo”. Non ci penso due volte ed a passo spedito mi reco verso l’ascensore. Dopo un intero giorno trascorso al Meliá ancora non capisco in base a che criterio sale e scende di piano in piano. Temo di non essere stato l’unico. Tempi di attesa abbastanza lunghi ma finalmente si aprono le porte: salgo e incontro Lorenzo, un collega con cui ho trascorso buona parte della mia giornata. Piano -1: direzione sala stampa, è lì il mio pc. Prima di scendere però, considerati i tempi di attesa, chiedo a Lorenzo di tenere occupato l’ascensore così da non dover perdere ulteriore tempo. Sia mai! Chissà quanto l’ha maledetto quel capannello di persone a cui ha impedito di salire sull’ascensore in quel minuto di distanza tra me e la sala stampa. Torniamo di fretta e furia al quarto piano verso la 470. Busso. È socchiusa, entro. Rino Foschi mi riconosce: sono il ragazzo del pc. “Entra, veloce”. Ma… alt: a Lorenzo non è toccata la stessa sorte e viene invitato a rimanere all’esterno. All’interno della stanza invece ci sono altri tre dirigenti del Cesena. Animi concitati: il problema sta nell’inviare la mail con all’interno il deposito del contratto di Daniele Cacia per il passaggio dall’Ascoli al Cesena. Linee bloccate: problemi da ultimo giorno anzi, da ultima ora di mercato. Ed infatti inizialmente nemmeno a me funziona. Tuttavia, in breve tempo tutto torna alla normalità. Vengono così inviate due mail, una dal mio pc e l’altra dal loro. Procede tutto nel migliore dei modi, o almeno così sembra. Foschi decide di assentarsi per una telefonata. Al ritorno in camera 20’ dopo gli viene riferito come qualcosa è andato storto: in quel lasso di tempo la ricevuta della mail inviata ad Ascoli non è arrivata. Non conosco nei dettagli le procedure del tesseramento di un nuovo giocatore ma so per certo che senza quella ricevuta, Cacia rischia di saltare. L’espressione del viso di Foschi è tutto un programma. Si alzano i toni. Col passare dei minuti cresce l’ansia. Attimi di panico: Cacia deve farsi a tutti i costi. Inizia così un giro di chiamate per capire precisamente come risolvere questa questione: tante domande e poche risposte. Nel frattempo i minuti scorrono inesorabili. 22:30. 22:40. 22:45. Tensione alle stelle: che ve lo dico a fare. I dirigenti del Cesena ormai sono convinti che sia destinata a saltare. Fino a quando, ormai quasi inaspettatamente, ecco finalmente notificato loro telefonicamente il buon esito della vicenda. A 10’ o forse poco meno dalle 23:00. Quasi si esulta, com’è giusto che sia in questi casi. Ora sì: è fatta per Cacia al Cesena. Ed è tempo dei saluti. Come ringraziamento per la mia disponibilità mi vengono promessi prodotti locali che mi verranno recapitati a casa e, su mia richiesta, la maglietta proprio di Cacia. Occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire per un collezionista di maglie come me. Rapido scambio di numeri con Foschi per un confronto magari futuro sulle news di mercato e via, si ritorna nella hall. Probabilmente, anzi, senza alcun dubbio la trattativa sarebbe andata in porto anche senza il mio aiuto ma poter vivere così vicino ai protagonisti quegli attimi è stato qualcosa di unico, irripetibile. Proprio come quanto accaduto poco dopo, quando ho raccontato la mia storia ai miei colleghi di GianlucaDiMarzio.com. Quasi non ci credono. “Ma scherzi?”, la domanda più gettonata. Nel frattempo il calciomercato è terminato e Gianluca è in onda su Sky. “Intervieni in diretta anche tu!”, mi suggeriscono. “Io?”, domando sorpreso. Quasi disorientato. Nemmeno nei miei sogni di gloria più surreali avrei mai pensato di intervenire in diretta su Sky. L’ultimo giorno di calciomercato, poi. Cose da pazzi: non potete capire l’euforia di quel momento. Riaccendo il pc: la mail col deposito del contratto è ancora lì. La mostro orgoglioso. Avviso genitori ed amici nei gruppi su Whatsapp di collegarsi a Sky. Mi preparo davanti alla telecamera. Provo una sensazione strana: dentro di me provo ad essere meno impacciato possibile. Missione fallita: troppa l’emozione. Nel frattempo il telefono vibra in continuazione: mille messaggi e notifiche sui social come se piovessero. Quasi non ci credo. Sono disorientato E ancora adesso probabilmente devo realizzare quanto accaduto. Sconosciuti che da Cesena tentano di mettersi in contatto con me via Facebook per ringraziarmi. Qualcuno addirittura mi elegge “eroe”. Ma ripeto, il merito non è mio, ci mancherebbe: non avrei saputo nemmeno da dove cominciare! Non nascondo però che poter dare una mano in una situazione così singolare è stato qualcosa di a dir poco unico. Irripetibile. Chi l’avrebbe mai detto. Io no di certo. Da giornalista a, diciamo così, comparsa in una trattativa di mercato. Che storia. Dicono sia LA STORIA di questo calciomercato. E non sia mai successo in precedenza qualcosa di simile. Termina la giornata. E che giornata! Ripenso anche a cena mille volte a quanto accaduto. Lo racconto duemila. Sì, è successo proprio a me. Per una avvenimento unico ed emozioni che porterò sempre dentro di me e che… solo il calciomercato sa regalare.
Data: 02/09/2017 -