Tutto è bene quel che finisce bene. La storia del piccolo Edoardo, che non voleva più andare al "Barbera" dopo essersi trovato inconsapevolmente nel corteo di protesta degli ultras del Palermo, ha un lieto fine. A tinte rosanero, s'intende: i colori delle maglie di Coronado e Trajkovski, due dei beniamini con cui ha passato insieme un pomeriggio a Boccadifalco, al campo di allenamento della squadra di Tedino. Foto, autografi e due magliette da portare a casa, col sorriso stampato sul volto, per dimenticare la disavventura di domenica scorsa.
È bastato un botto, un petardo, per convincere Edoardo a non voler più mettere piede allo stadio. Quello che è esploso vicino a lui, fuori dall'impianto, prima di Palermo-Virtus Francavilla. Partita "per famiglie", si diceva, con prezzi popolari (curve e tribuna Montepellegrino a due euro) e un'annunciata diserzione da parte dei gruppi ultras, uniti nella contestazione contro la società. Una protesta pacifica, quella che è andata in scena prima del match, ma con qualche petardo di troppo a fare da contorno. Uno di questi, fortunatamente senza conseguenze, ha traumatizzato il piccolo tifoso rosanero. Il 5-0 finale, di fronte alla paura, non ha fatto alcun effetto. E alla fine del match, l'idea di poter mettere nuovamente piede allo stadio non poteva certo passare dalla sua mente.
C'è voluto del tempo per tranquillizzarlo e c'è voluto l'intervento del Palermo per riavvicinarlo ad un campo da calcio. Una volta venuti a conoscenza della sua storia, nel club di viale del Fante si è pensato subito di invitarlo ad un allenamento. Detto, fatto: oggi pomeriggio il piccolo Edoardo ha potuto conoscere di persona i suoi idoli ed è tornato a casa con tutt'altro umore rispetto a domenica scorsa. E al "Barbera", stavolta, potrà tornarci con più serenità.