Quando il Flamengo lo lasciò andar via, sembrava che la carriera di Matheus Jesus non potesse essere quella di un calciatore di altissimo livello. Ma l’età e la fiducia di un giovane di poche parole e molto futebol gli hanno permesso di trovare rapidamente una soluzione alternativa per provare a lanciarsi al vertice del calcio brasiliano.
Eppure per conquistare la fiducia di Eduardo Baptista, l’allenatore che per primo ha creduto veramente in lui, ha dovuto aspettare che si infortunassero addirittura quattro dei suoi compagni della Ponte Preta in prima squadra. In quel momento, Matheus ha approfittato dell’occasione e alla sua seconda partita tra i professionisti ha subito segnato, trasformandosi da scarto di una grande del Brasile in promessa.
Protetto dai più “anziani” della squadra, ha cominciato a vivere la nuova realtà di talento da valorizzare con una timidezza bambina davanti alle telecamere nelle interviste, ma con un coraggio in campo che ha subito conquistato i giocatori di fanta in Brasile, che nel giro di poche settimane lo hanno schierato massivamente nel Cartola, l’equivalente verdeoro del gioco più popolare tra gli amanti del calcio.
E ora che sta per arrivare in Europa, saranno giustificati certi titoli di giornale profetici di quando Matheus sfidava con la sua Ponte Preta il Palmeiras e qualcuno si sbilanciava parlando della sfida tra lui, paragonato a Pogba nonostante un ruolo più difensivo rispetto all’ex juventino, e un certo Gabriel, che quando è arrivato in Inghilterra in poche settimane, prima di infortunarsi, ha messo in panchina Agüero. Realtà contro promessa, dicevano. La sfida dei meninos Jesus. È così ancora adesso, perché Gabriel Jesus è un predestinato che ha mostrato al mondo di poter entrare nella storia del calcio, mentre Matheus Jesus è solo all’inizio del suo percorso. Ma al Flamengo, qualcuno si sarà pentito di non aver scommesso su di lui…
Rosario Triolo
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