Riavvolgiamo il nastro, nove mesi indietro. 28 maggio 2017: il Napoli chiude il campionato con un successo contro la Sampdoria, battendo il record di vittorie e gol della sua storia. Terzo posto, un pizzico di rammarico per quello che poteva essere e che invece non è stato ed un patto: ‘il prossimo anno ci riproviamo!’. Patto rispettato, in estate: top player blindati, nessuna cessione eccellente e il sogno di togliere lo scettro ad una Juventus per anni imbattibile. Con le ottime premesse dell’anno precedente, il gioco di Sarri e ancor più convinzione. La stessa che ha permesso agli azzurri di rispondere ancora una volta alla Juventus, ribaltando il risultato e travolgendo una Lazio arrivata al San Paolo per tentare il colpaccio. Dopo una settimana non semplice, caratterizzata dall’infortunio di Ghoulam che avrebbe rappresentato una mazzata terribile per qualsiasi squadra. Ma (evidentemente) non per questo Napoli, che risponde colpo su colpo e che è duro a morire. Perchè, si sa, ogni patto va rispettato fino in fondo.
Con la qualità, certo. Ma anche (e soprattutto) con la forza del gruppo. Cosa che il Napoli ha sempre dimostrato di avere. Fuori dal campo, ma anche dentro. Nonostante una rosa all’apparenza corta, che a gennaio non ha visto arrivare alcun rinforzo al di là del giovane Machach. Non è arrivato l’esterno tanto atteso, né il terzino per sostituire Ghoulam. ‘L’algerino sta bruciando le tappe, sarà lui il nostro rinforzo’: parola del presidente De Laurentiis. Sfortuna ha però voluto che Ghoulam si fermasse ancora, tre mesi dopo il primo grave infortunio al crociato.
Ed allora la forza il Napoli l’ha presa... dalle ‘riserve’. A partire da Mario Rui, che di fatto riserva non lo è più. Almeno da quando Ghoulam è fuori. Prima del primo novembre pochi minuti con la maglia azzurra, poi il ruolo di titolare imprescindibile. L’ex Empoli ha risposto con personalità e qualità, dimostrata anche contro la Lazio. Prestazione di spessore, e un quasi gol con una bella conclusione di sinistro deviata in rete da Zielinski. Già, Zielinski. Proprio lui! Arma da secondo tempo di Maurizio Sarri, eleganza sopraffina e una tecnica da grande mezzala. Un gol e un assist che esaltano il San Paolo, 45 minuti per lasciare un segno indelebile su questa partita. E poi... Tonelli! Ripescato all’improvviso. Zero minuti in stagione, qualche partita con la Primavera e niente più. Appena tre presenze in campionato in un anno e mezzo. Quinto centrale fino a gennaio, diventata quarta alternativa dopo l’addio di Maksimovic. Sarri ha avuto bisogno pure di lui, causa infortuni di Raul Albiol e Chiriches. Perchè, si sa, i guai non vengono mai da soli. Partita attenta e diligente, nonostante la partenza ad handicap per il gol di de Vrij. Un’altra ‘riserva’ preziosa, per un Napoli che ha dimostrato di non essere Callejon, Mertens, Insigne e i soliti noti.
Un cammino... da record! Ben 63 punti in 24 partite, per una media di 2,625. Meglio, nei maggiori campionati europei, soltanto il Manchester City (2,66) e il Barcellona (2,63). Con una differenza: in Premier League e in Liga i campionati sono già chiusi. In Italia c’è una Juventus che viaggia ad una media simile a quella degli azzurri. Per un duello che ricorda quelli storici tra Barcellona e Real Madrid in Spagna e che, in Italia, non si è probabilmente mai visto. Per intenderci, in proiezione potrebbero esserci due squadre a superare i 100 punti. Roba spaventosa. Per un campionato emozionante, tra sorpassi, controsorpassi e botta e risposta tra due squadre eccezionali.
Il Napoli spera nella sua forza e nel... patto! Che dovrà essere più forte della Juventus, dei record e di qualche episodio sfortunato. Un duello esaltante che rende straordinario il campionato di Serie A.