Ti dicono spesso la vita vada vissuta per come arrivi, giorno dopo giorno. Che immaginare il domani, nel più classico dei film mentali, spesso sia inutile o deleterio: che in un modo o nell’altro esista un disegno preciso che il destino riservi, quotidianamente, ad ognuno di noi. Teoria alla quale va portato il dovuto rispetto, talvolta ineccepibile e inconfutabile: prendete la recentissima storia di Leonardo Bonucci, uno che sembrava impossibile vedere lontano dai colori bianconeri e da Torino poco meno di un anno fa. La realtà odierna racconta esattamente tutto il contrario: 140 km di sola andata percorsi verso Milano, sponda rossonera, giocandosi una carta speciale tra i tarocchi scelti per il suo futuro: quella del mondo, dal significato del “cambiamento e della conclusione di un’avventura”, per ripartire da capo. “Compimento di un’azione difficile” portata a termine, dopo lunghi anni di successi in maglia Juventus, per un passato indimenticabile ritrovato oggi, nella prima volta dall’ultima occasione e nel più incredibile dei modi.
Mondo, sì: capovolto, per Leo, che torna allo Stadium da Capitano del Milan e segna, nemmeno fosse un film, svettando di testa in mezzo ai suoi ex compagni di reparto, Chiellini e Barzagli. Che finge, non appena raggiunta la sua ex casa per 7 anni, di sbagliare ingresso dello spogliatoio, sorridendo: che dopo mesi difficili, al di là di una sconfitta odierna dal risultato eccessivo maturata contro un grande avversario, ha saputo finalmente dimostrarsi quel leader che aveva promesso di essere sin da inizio stagione, spostando gli equilibri di un pianeta rovesciato, per 80’, anche per la Juventus. Abbattere l’imbattibilità della porta bianconera, per la prima volta nel 2018 e 959 minuti dopo il gol di un altro ex, Caceres, a Verona: da 1-3 a 3-1, allora come oggi. Per chi si avvicina sempre più al 7° scudetto consecutivo, dopo lo stop del Napoli, ancora troppo forte per tutti anche nel ribaltare situazioni negative.
Fischi dall’ingresso in campo per il riscaldamento, al momento dell’annuncio delle formazioni, ad ogni pallone toccato: nemmeno guardare uno striscione ironico su paragoni con Da Vinci, come “Unico Leonardo capace di spostare gli equilibri”, cambia mentalmente la questione. Lui, che all’andata in campo non era sceso per squalifica, nel momento più buio in rossonero post espulsione per gomitata a Rosi contro il Genoa, alla Juventus e al suo ex pubblico si ripresenta così: impassibile, da migliore nei 90’ dei suoi, in quel tandem insieme a Romagnoli sempre più collaudato, sin quando non si tratta di spingere la palla in rete.
Non sapeva se esultare o meno in caso di gol, per un’immagine frutto della fantasia collettiva che si ripresentava sin dal suo trasferimento finita, poi, per tramutatasi in pura realtà: il tempo, tra una clessidra e un mondo capovolto, con tanto di bocca sciacquata davanti ai suoi ex tifosi, ha fatto il resto. Al pari di un risultato che non gli ha sorriso, come i primi mesi in rossonero, ma che non cancella ciò che di buono il Milan sta costruendo insieme a Gattuso e al suo Capitano: programmando stavolta sì un domani, gara dopo gara e con una fiducia crescente, pur contemplando ciò che il destino riservi a chiunque. Tra scherzetti positivi da giocare, da un lato, e leggi, come quella di un Allianz Stadium che resta inespugnabile in campionato. Da oggi parte materiale di quell’universo tanto capovolto per Bonucci quanto, terribilmente, reale.