Alla ricerca della felicità e…dei gol. “Anche se a dir la verità non ne segno molti”, tanto gentile e tanto onesto pare. Anzi è, invertendo i contenuti della nobile poesia dantesca. Un ragazzo di quelli che si fa voler bene, tutto ‘acqua, sapone e famiglia’. Non ha né orecchini né tatuaggi e anzi, al riguardo ha una visione molto critica, “penso solo che sia una moda e trovo stupido il fatto che uno se lo debba fare solo perché fa tendenza. Non a caso si dice che ‘un calciatore lo riconosci subito perché ha mille tatuaggi’. Io ho la mia concenzione…”. Una weltanschauung importante, Zaccaria Hamlili, centrocampista della Pistoiese. E anche molto critico, soprattutto con se stesso. “Dopo il gol di domenica mi sono tolto la maglia. A fine partita mi sono subito pentito per il giallo”.
La sua personale ricerca della felicità passa da Manerbio, in provincia di Brescia. E da qualche gita sul lago di Garda, soprattutto dalle parti di Desenzano. “I miei genitori sono marocchini e si sono trasferiti in Italia – racconta Hamlili ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – un anno prima che io nascessi. Ora il Marocco si sta un po’ evolvendo, ma ventisei anni fa non era così, loro sono venuti qui per cercare lavoro e un futuro migliore. Come tutti”. L’accento, infatti, è quello bresciano. Si spiega molto bene Zaccaria e puntualizza, “io comunque non cancello assolutamente la parte marocchina di me, anzi ne sono orgoglioso. Torniamo in Marocco tre settimane all’anno e rivedere i nonni, i parenti è una sensazione bellissima”. Parla di quelli che sono i suoi luoghi là, le sue vacanze. Il messaggio che prova a trasmettere è anche molto affascinante: spesso cerchiamo luoghi esotici, senz’altro quelli più stravaganti e lontani per un’idea, un concetto di divertimento che, a volte, trascende la realtà e risulta piuttosto effimero. “Per divertirti e stare bene secondo me basta soltanto che accanto a te ci siano le persone giuste. Come la famiglia, mio fratello e mia sorella”. Bello il modo in cui lo dice, puntuale nella sua analisi come un ottimo tackle in mezzo al campo. “C’è una differenza culturale secondo me tra il Marocco e soprattutto il nord Italia relativa principalmente al fatto che lì non c’è quella frenesia di fare le cose, si prende tutto con più calma e leggerezza. Poi non spetta a me dire quale filosofia sia più giusta”.
Un tipo molto riflessivo e anche piuttosto schietto. ‘Si fa apprezzare’, sottolinea chi lo conosce bene. “Forse è così. Due anni fa ho beccato a Torino Omar El Kaddouri con il quale ho giocato nelle giovanili del Brescia e non mi aspettavo assolutamente si ricordasse di me. Invece non solo mi ha riconosciuto, ma siamo anche stati insieme”. Tutti e due centrocampisti, sarà per il ruolo forse? Qualche consiglio rapido, che Hamlili accoglie sempre con piacere. E lo smartphone fisso su Youtube a guardare le giocate di Arturo Vidal. “E’ il giocatore al quale mi ispiro. Qualcuno mi ci aveva un po’ paragonato, ma meglio non esagerare. Con le dovute proporzioni, credo che anche io sono uno aggressivo in campo, di quelli che non mollano un centimetro”.
In cameretta, però, solo un quadro con la maglia di Andrea Pirlo. A primo impatto non si direbbe sia un tifoso juventino, “non posso che confermare la mia fede bianconera. Pirlo è un giocatore pazzesco. Mi sono comprato la sua maglia e ci tengo tantissimo”. Ne è talmente ammirato, che Hamlili si è premunito anche di un altro oggetto, nel caso in cui dovesse piovere… “Qualche anno fa, quando ero alla Virtus Entella giocammo un’amichevole con la Juventus e a fine partita chiesi a Pirlo il suo keeway. Lui fu disponibilissimo, ma non fatevi illusioni eh. Non mi permetto di indossare quel keeway, lo tengo ben inquadrettato al muro, è più di un portafortuna”.
L’importante è non parlargli di chitarre. Risata generale. Tutto nasce l’anno scorso ad Ancona, quando era in casa con l’astro nascente della musica, Luca Parodi. “Erano i primi tempi che stava imparando a suonare la chitarra. C’erano lui e un altro nostro compagno che strimpellavano tutto il giorno, vedere la tv per me era diventato impossibile cioè più difficile di un gol da centrocampo. Poi per fortuna la cosa è rientrata. Anzi voglio fare i complimenti a Luca perché stavo vedendo qualche video sul suo profilo Instagram ed è diventato davvero bravo”. Toccategli tutto, ma non le serie tv. Hamlili va pazzo per Prison Break: “Mi rivedo nel protagonista Michael che è un avvocato e lotta per la libertà di suo fratello ingiustamente in carcere. E anche io farei qualsiasi cosa per il bene di mio fratello e mia sorella”. Uno spoiler di quelli importanti, poco importa dai. Il tema di fondo rimane la ricerca della felicità. Che passo dopo passo sta provando a raggiungere. La perfezione, la completezza probabilmente non esiste, ma forse è sufficiente anche solo andarci vicino. A modo tuo Zaccaria, con umiltà e sorriso.