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Data: 31/03/2017 -

Il marito Monchi lascia la sua bella Siviglia: "Chiedo scusa per aver incontrato la Roma..."

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La premessa è una richiesta fatta a bassa voce. “Non ho un discorso da fare. Preferisco rispondere alle vostre domande”. Quasi gli servisse la mappa esatta del sentiero da percorrere, consapevole che il rischio di perdersi causa ‘troppa emozione’ sarebbe stato dietro l'angolo. Inizialmente disorientato, poi lucido, soprattutto dopo le parole rompighiaccio del presidente Castro. “Abbiamo fatto l’impossibile per trattenerlo”. Monchi è come il marito sposato con la sua bella - Siviglia - da una vita, precisamente 29 anni, e che dopo tutto questo amore ha capito di non poterle più dare il 110%. E deluso con se stesso chiede la separazione. Per alcuni rispettoso, per altri ingrato, lui sicuramente affranto e glielo si legge in faccia: “Mi assumo le colpe. Se siamo qui oggi è solo per colpa mia. Voglio semplicemente cambiare aria”. E quando gli chiedono dell’amante Roma, il direttore prima ringhia ferito “credetemi, non ho firmato nulla” e poi si scusa semplicemente perché “sono stato a Londra e ci siamo visti, è vero" ma ribadisce "abbiamo solo parlato”. Niente tradimento quindi, a suo dire. Il discorso però prosegue veloce e si rivolge a chi gli siede davanti. “I quattro capitani dello spogliatoio - Pareja, Vitolo, Iborra ed Escudero - mi conoscono molto bene e sanno quanto io stia soffrendo. Come possono aiutarmi? Vincendo le 10 partite che restano da qui alla fine”.

Monchi è un tipo passionale, che non si nasconde dietro a un dito ma pondera sempre bene prima di aprire la bocca: parla quando deve, tace quando è meglio. “Sapevo fin dal gennaio che Banega se ne sarebbe andato, me l’ha sussurrato seduto lì, sugli scalini del Pizjuan. Ma non potevo certo dirlo”. Che l’argentino sia passato all’Inter a zero euro forse uno dei suoi pochi errori sul mercato, come poi ha voluto precisare il presidente. “Dopo tutto il patrimonio che ha generato qui… per quanto ci riguarda può andarsene come e quando vuole, senza pagare un euro della clausola. Si è conquistato questo diritto con il lavoro”. Con più di 200 milioni di euro in plusvalenze. Parola al 'Re Mida' dell'Andalusia: “Ricordo con piacere tutti i miei acquisti. Dal primo Notario all'ultimo Walter Montoya” chiude Monchi.

Ci sono ragazzi di 18 anni che non hanno mai visto un Siviglia senza Monchi, ci sono stati abbonati storici che hanno persino pianto alla notizia del suo addio. Il direttore col magone: "In questi giorni ho ricevuto tanti sms di complimenti, di imbocca al lupo. Ma capite che oggi non è un giorno felice per me?! Non festeggio proprio nulla”. Sarà difficile svuotare l’ufficio di sempre, ancora più complicato salutare chi ha lavorato al suo fianco e che resterà esattamente al suo posto. “Loro restano qui a Siviglia. Io non mi porterò via nessuno perché continuo a pensare da sevillista”. Non si porterà via nessuno ma qualcosa sì: il suo guardaroba, sicuramente. “Oggi sono vestito così e non è una casualità”. Giacca blu e camicia azzurra. “Nelle ultime due finali di EL ero vestito molto simile. E la fortuna ci ha sorriso. La fortuna mi sorride da 29 anni, da quando ho iniziato a lavorare qui”. Scaramantico. Innamorato del suo amore. Ha pianto dopo la sconfitta di Leicester, ha pianto dopo questa conferenza, un vortice d'emotività. “Adesso inizia la parte di vita più bella, quella del Monchi socio 8.554”. Per un matrimonio che durerà comunque in eterno.



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