Premessa: dategli il pallone tra i piedi, ne farà ciò che vuole. I tifosi del Fortunati lo chiamano “il Mago”, le sue magie giustificano spesso il prezzo del biglietto. Emozionano anche "mia nonna che è del ’28 e mio nonno del ’33. Vengono spesso allo stadio, a volte anche in trasferta. Hanno sempre cercato di proteggermi soprattutto nei momenti più difficili. A loro devo tutto”. Alla domanda “che cosa ci fai ancora in Lega Pro?” risponderebbe con banalità e imbarazzo, forse. Allora facciamogli guardare il bicchiere mezzo pieno: avere tutto questo talento, in una categoria a lui largamente alla portata, può essere un vantaggio. “Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, ci mancherebbe. In tanti ultimamente si stanno facendo questa domanda. Mi fa piacere che succeda, significa che sto facendo bene. Poi è ovvio che a 26 anni mi piacerebbe tanto mettermi alla prova in un campionato superiore”. Alessandro Cesarini, il fantasista del Pavia di Fabio Brini, non nasconde le sue ambizioni. Classe ’89, origini liguri e una passione per il calcio che è nata sin da piccolo: “Ricordo il piazzale di Carnea, in provincia di Spezia, dove vivevo con mia mamma e i miei nonni. Giocavo lì tutto il giorno, andavo avanti e indietro sul cemento davanti alla chiesa, sbucciandomi continuamente le ginocchia. Facevo ammattire la mia famiglia, che per fortuna mi segue tuttora". Ma Alessandro deve altrettanto al suo talento, messo in mostra soprattutto nello Spezia: “Ho fatto tutte le giovanili lì fino agli allievi nazionali, coi quali avevo fatto bene segnando 18 goal. Nella primavera però ho trovato poco spazio e allora sono andato alla Sarzanese, la squadra della mia città. Ricordo il goal salvezza che ho segnato per loro nella stagione 2006/2007: avevo 18 anni ed è stata una grande emozione. Dopo due anni lì sono tornato a Spezia per iniziare la carriera da professionista e nella finale playoff del 2010 ho segnato tre goal e siamo andati in C1”. Allora, in questa storia fatta anche di sliding doors non sempre centrate al momento giusto, Alessandro scelse di non lasciare Spezia: “Non rinnego quello che ho scelto, assolutamente. Spezia era la mia squadra del cuore, sono cresciuto in curva, per me giocare lì significava molto. Ho deciso di rinnovare per giocarmi le mie carte in C1, senza ascoltare le sirene di squadre di Serie A che mi avrebbero preso per girarmi in B. Forse avrei potuto scegliere in modo diverso. Sono comunque contento della scelta fatta, anche se l’anno dopo ho trovato meno spazio e il mio percorso si è un po’ complicato”. Ecco la trafila che non ti aspetti: Viareggio, Sorrento, Prato e soprattutto Savona. “Sono stato benissimo a Viareggio nel mio primo anno lontano da Spezia: insieme a Simone Zaza abbiamo fatto tanti goal e ci siamo salvati bene. Ricordo con piacere soprattutto l’anno di Savona col mister Ninni Corda nella stagione 2013/14. D’estate avevo rescisso con lo Spezia ed ero passato al Parma, che mi aveva subito girato al Savona in prestito. Con Corda siamo arrivati in semifinale play-off. Venivo da un paio di stagioni difficili, lui mi ha aiutato tanto. Devo ringraziarlo perché mi ha dato quella fiducia per ripartire”. Altra rescissione, questa volta col Parma, e nuovi orizzonti con vista Europa: “Mi aveva cercato anche l’Hercules in Spagna. Era l’anno in cui mi ero anche sposato, avevo comprato casa e ho preferito scegliere di non andare a giocare fuori. Avevo 24 anni, pensavo che la mia carriera dovesse prendere un’altra piega in quel momento”. Chiusa una porta per scelta, per “Cesa” si è aperto un portone, cioè Pavia: “Sono qui dall’estate 2014. Prima di allora avevo giocato quasi sempre in città di mare, quindi inizialmente ero un po’ perplesso se venire qui. Sia il dg Londrosi che il mister Maspero mi avevano chiamato tante volte, insistendo per farmi arrivare a Pavia. Non c’è stata scelta più azzeccata: qui c’è un ambiente perfetto, dove sono stato accolto benissimo. I tifosi mi vogliono bene e a me piace giocare al Fortunati, respirare l’atmosfera di questo stadio.” Il “Mago” di Sarzana sta trovando gusto anche nel superare i propri record: 11 reti lo scorso anno in 36 partite di Lega Pro, già 8 quest’anno in tutto il girone di andata: “Lo scorso anno ho avuto grande continuità nelle prestazioni ed è stato un anno bello per tutti. Con Maspero giocavo trequartista dietro due punte: segnavo parecchio, ma facevo anche tanti assist. Quest’anno sia Marcolini prima che Brini poi hanno scelto di farmi giocare dietro alla prima punta, in un ruolo che mi piace tanto. Sono più libero di svariare, ma ho comunque molti compiti anche in fase difensiva. Essere più vicino alla porta mi ha permesso di fare già parecchi goal”. L’ultima marcatura, realizzata domenica scorsa al 69’ di Pavia-FeralpiSalò, è una gemma: pallonetto a scavalcare il portiere avversario appena fuori dall’area piccola. Più di un gesto, probabilmente la giocata che rappresenta al meglio “Cesa” e il suo modo di intendere il calcio: “Cerco sempre di divertirmi e soprattutto di divertire la gente, ovviamente cercando di essere sempre il più concreto possibile. Provo spesso soluzioni del genere in allenamento, ultimamente mi sta riuscendo anche in partita. C’è un momento particolare in cui la palla è ancora in aria, poi vedi che entra e senti il boato dello stadio. L’emozione più bella è quella lì”. E adesso la sua Liguria sembra averlo rimesso nel mirino, questa volta sponda Entella: “Ho letto di questo interessamento, fa piacere che squadre di categoria superiore mi cerchino. Però a settembre ho prolungato il mio contratto col Pavia, scadrà nel 2018. L’obiettivo è quello di centrare la Serie B qui, speriamo di farcela già da quest’anno”. Un “Mago” che ha un idolo dichiarato: “Roberto Baggio, perché ha avuto una carriera spesso al top, ma non solo. Ho seguito tutte le tappe della sua carriera, ho sempre apprezzato la sua forza d’animo, le sue giocate”. Il Divin Codino un maestro del pallonetto, lo stesso colpo che predilige il “Mago” di questa storia. Ma a Cesarini manca ancora un tocco di bacchetta: far diventare grande la provincia. Ci proverà, qui a Pavia.
A cura di Simone Lo Giudice.