Stessi colori, stesse città dimenticate dal mondo, stessa voglia di uscire dall’anonimato e scrivere una fantastica pagina della storia del calcio inglese. I parallelismi tra il Blackburn Rovers del ’95 e il Leicester City di quest’anno sono davvero tanti, tutti fascinosamente sovrapponibili.
Quel Blackburn vinse la Premier League dopo un’estenuante cavalcata durata 42 giornate, superando il Manchester United di un solo punto. I Rovers, già secondi dietro gli odiati vicini dello United l’anno precedente, avevano rinforzato la squadra grazie ai forti investimenti di Jack Walker, istrionico presidente: Flowers, Berg, Sherwood, e soprattutto la coppia d’attacco formata da Chris Sutton e Alan Shearer. Quest’ultimo, prelevato dal Southampton, divenne 'man of the year' grazie alle 34 reti segnate in campionato, un inaspettato crack che lo portò a essere l’uomo più desiderato del paese. A tessere le trame del gioco dei Rovers c’era Kenny Dalglish, scozzese di nascita e idolo dei tifosi del Liverpool.
Uno, due, tre indizi che sembrano tracciare il cammino del Leicester di quest’anno, se solo non stessimo parlando di vent’anni fa. Un magnate del calcio che arriva in una cittadina secondaria, in cui le uniche attrazioni sono le fabbriche, e nel giro di pochi anni porta la squadra locale nell’olimpo del calcio nazionale. Il cammino di Vichai Srivaddhanaprabha è simile a quello compiuto da Walker, con qualche esborso importante che ha contribuito a rinforzare la rosa del Leicester, come Huth, Kanté e Okazaki. Un attaccante inglese che sta cambiando le sorti della stagione a suon di gol, segnandone come mai aveva fatto prima. Jamie Vardy ricalca le orme di Shearer, guadagnandosi la chiamata in nazionale nell’anno dell’europeo; lo stesso Shearer, a Euro ’96, divenne il cannoniere della manifestazione e guidò l’Inghilterra fino alla semifinale.
L’ultimo parallelismo è quello relativo all’allenatore: Claudio Ranieri e Kenny Dalglish, entrambi classe ’51 ed entrambi stranieri, che hanno portato in Inghilterra il loro modo di fare calcio. Il primo con le caratterizzazioni che la tattica italiana porta con sé, il secondo con le venature scozzesi che adottava già da calciatore: due modi di intendere il calcio che non appartengono alla tradizione inglese, ma che sono riusciti a far breccia nel cuore degli inglesi.
Se il miracolo dovesse avverarsi, il Leicester interromperebbe una striscia che va dal 1996 al 2015 e vede Arsenal, Chelsea, Manchester City e Manchester United uniche contendenti di una lotta a quattro. L’ultimo intruso, protagonista nel 1995, fu proprio il Blackburn Rovers. Le coincidenze sono tante e gli incastri del mosaico sembrano calzare alla perfezione. E voi, credete nel destino?
Andrea Zezza