129 secondi. È bastato questo tempo a Lionel Messi per segnare il gol al Chelsea nel ritorno degli ottavi di Champions League. Contro il Racing di Santander nel 2010 ci mise 156 secondi; contro la Nigeria, con la maglia della nazionale al Mondiale 2014, gliene servirono 146. È il gol più veloce della sua carriera ma anche uno dei più speciali.
Non solo per l’importanza della partita ma soprattutto per la dedica. Un bacio alla mano e poi quattro dita mostrate al mondo. No, non è uno sbeffeggiamento nei confronti dell’avversario ma un omaggio alla propria famiglia. Quattro come la somma della moglie e dei figli, che da pochi giorni sono diventati tre.
Thiago, Mateo e adesso anche Ciro, il nuovo arrivato di casa Messi, che ha anche fatto saltare a papà Leo l’ultima trasferta di Málaga del suo Barcellona. Lo ha chiamato Ciro, in onore di Horacio Demián Pertusi, ex front-man della band punk-rock argentina Attaque 77, il gruppo musicale preferito di Leo e Antonella, detto appunto “Ciro” perché sembra che a scuola avesse imparato solamente la lezione su Ciro il Grande, il più famoso dei re persiani.
E Ciro a diventare famoso ci ha messo davvero poco. Tempo di dare l'occasione a Leo di impiegare i suoi 129 secondi per riscrivere la propria storia e poter mostrare al mondo la dedica più bella.