Tra i tanti eventi de il Festival dello Sport di Trento ce n'è stato uno dedicato al Milan, in particolare al Milan degli invincibili del 1994. Fabio Capello, Adriano Galliani, Filippo Galli e Sebastiano Rossi hanno raccontato una squadra che ha scritto la storia del calcio. Ma non solo loro, all'evento erano presenti anche Demetrio Albertini, Boban, Costacurta, Desailly, Donadoni, Stefano Nava, Florin Răducioiu e Tassotti.
Il primo a intervenire è stato Galliani, che ha subito rievocato la finale di Champions League del ’94: “Quella partita è stato il punto più alto di 5 anni meravigliosi con Fabio. Ma tutti gli anni con Capello sono stati fantastici. Abbiamo vinto uno Scudetto senza perdere neanche una volta. Sono passate 58 partite di Serie A senza sconfitte”.
A seguire è intervenuto l’ex allenatore Fabio Capello: “Nell'ultima giornata di campionato contro il Foggia di Zeman (Serie A 91/92, ndr), Berlusconi ci aveva detto che gli sarebbe piaciuto terminare il campionato da imbattuti. Quelli del Foggia a fine primo tempo, visto che stavamo perdendo 2-1, dicevano: "E sarebbero questi i campioni del Milan?". Allora ho detto ai miei: "È tutto qui quello che sapete fare?". Siamo rientrati e abbiamo vinto 2-8”.
Costacurta e Galliani su Berlusconi
Poi ha preso la parola l’ex difensore Costacurta, raccontando un aneddoto: “Capello era così scaramantico che voleva entrare in campo solo dopo il numero 8, che era Desailly. Una volta stavamo entrando e io, per stemperare la tensione, mi son messo dietro Desailly per scherzo. Capello mi ha dato uno schiaffone e ho ancora il segno” (ride, ndr).
L’omaggio di Galliani a Berlusconi: “Se il Milan ha vinto tutto quello che ha vinto, lo deve in primis a Silvio Berlusconi. In quella serata Berlusconi è diventato Presidente del Consiglio e Campione d'Europa. Seguiva con meno ansia le votazioni che la partita di Atene” (ride, ndr). “Nell’estate del 1992 sono arrivati Savićević, Lentini e il Pallone d'oro Papin. Secondo me la vittoria di Atene nasce nell'estate del '92. L'unico momento di tensione che ho avuto con Berlusconi è stato per Desailly: l'ho preso senza dirgli nulla. Ho speso 10 miliardi ma non avrei potuto farlo”.
Le dichiarazioni di Capello, Donadoni, Tassotti e l'aneddoto di Nava
Successivamente Fabio Capello ha spiegato i pregi e i difetti di quel Barcellona: “Avevo capito i punti di forza della squadra avversaria: erano Guardiola e Koeman. Il punto debole era il terzino destro Ferrer e abbiamo lasciato la palla a lui. Loro hanno avuto solo un'occasione con Romário ma è stato bravo Filippo Galli a salvare. Io raramente ho visto una squadra giocare come in quella partita”.
Donadoni: "Io ero un tifoso milanista sin da ragazzino. Prima ero all'Atalanta ma dire di sì a Galliani e Berlusconi è stato facilissimo. Qualche mese fa eravamo assieme al difensore Miguel Ángel Nadal, e ci disse che Cruijff considerava il Milan una squadra facilmente battibile".
Un altro grande protagonista di quel Milan è stato Tassotti, che è ritornato sulle dichiarazioni dell'olandese: “Cruijff era un idolo per tutti noi della nostra età. Era un giocatore strabello da vedere e stra elegante. Lui in Europa era una delizia per gli occhi. Sembra che Cruijff avesse detto queste cose ai suoi compagni più per rassicurarli. Le nostre vittorie arrivano anche dal fatto che non ci siamo mai tirati indietro. Gli allenamenti spesso erano come le partite”.
Dopo Costacurta e Tassotti, ha preso parola un altro difensore, ovvero Stefano Nava, che ha raccontato un aneddoto: “Io marcavo Romário. Ero attentissimo ma era tutto tranquillo nella mia zona. C'era una palla che stava arrivando verso Seba Rossi ed era innocua. Io l'ho buttata in tribuna e Rossi mi ha ripreso. Io gli ho detto: "Ma non rompermi e fammi toccare un pallone in finale di Champions" (ride, ndr).
Capello su Rossi, Boban e "i tre Milan"
Capello sul portiere Rossi: “Sebastiano Rossi è stato un grande portiere e dava sicurezza a tutti. Non aveva difetti: uno dei migliori in assoluto che ho avuto. Era un ottimo portiere”.
Boban sull’allenatore: “Capello non ti diceva mai dove giocarla, non voleva mai chiudere il nostro talento e la nostra creatività. Sulla partita di Atene: è stato un capolavoro di Fabio Capello, anche per aver capito tutto quello che poteva fare e che non poteva fare il Barcellona”.
Ha chiuso Galliani con un recap della storia del Milan: “C'erano gli immortali di Arrigo Sacchi, gli invincibili con Capello e i meravigliosi con Ancelotti. Abbiamo vissuto tre periodi straordinari. Le squadre che hanno cambiato il calcio sono state l'Ajax ad esempio... ma tra queste c'è anche il Milan”.