Il curioso caso di Aritz Aduriz Zubeldia: più il tempo passa, più lui segna. Schemino alla mano e curva talmente in impennata che quasi esce dal foglio: 18, 18, 26, 32 sono i gol che l’attaccante ha infilato nelle sue ultime quattro stagioni all’Atheltic. L'ultimo ieri, forse non pesante come altri vista la sconfitta finale, certo, ma la palla dentro Aritz riesce sempre a buttarcela. Numeri segnati in neretto e già salvati in note, qualche tifoso del Bilbao se li giocherà al Gordo de Navidad - la popolare lotteria nazionale spagnola - di fine anno, ne siamo certi. Valverde (lo) ringrazia e attende il jackpot finale con tanto di bavetta alla bocca. E Del Bosque? Se n’è accorto sì! “Piace a tutti. Sta segnando tantissimo e merita questa convocazione in Nazionale”. Detto, fatto: eccolo lì, in campo contro la nostra Italia e anche in rete. Cosa vuoi di più dalla vita? Con un debutto in Rojo datato 2010 e gli Europei in Francia 2016 ormai alle porte e… alla portata di Aritz Aduriz Zubeldia. Perché se il caso resta curioso com'è ne vedremo delle belle. Enhorabuena y mucha suerte.
Aritz è nome chiaramente basco, di San Sebastian. Che tradotto in spagnolo castigliano significa “albero”. E se cerchi un motivo lo trovi. Da piccolino Aduriz s’arrampicava sugli alberi un giorno si e l'altro anche, sempre lì a giocare, fare la scimmietta. “Mamma dice la mia abilità nel saltare (e quindi colpire di testa) deriva proprio da questo” spiega Aduriz in persona. Anche se lui preferiva di gran lunga sciare, almeno all'inizio. Gli amici del collegio si esaltavano con le magliette di Bakero, Begiristáin o Lope Rekarte sulle spalle, lui se ne andava in montagna con i suoi genitori - grandi appassionati delle nevi - a praticare lo sci di fondo. Ed era tutt’altro che scarso! A 9 anni Aduriz divenne pure Subcampeón di Spagna nella sua categoria. Tanta roba.
Tantissima con un pallone tra i piedi. Parola di tutta ikastola, scuola (quartiere Ategorrieta) che ha frequentato per anni e anni. E dov’è cresciuto - calcisticamente - Aduriz fa restare a bocca aperta: i primi gol lungo la spiaggia di San Sebastian, bahía de La Concha. La marea s’abbassava, Aritz e compagnia a sfidarsi (c’era anche Xabi Alonso!) in riva come dei dannati, qualsiasi fosse il tempo, qualsiasi i pali delle porte. “Me la sono passata alla grandissima, porto con me ricordi bellissimi” spiega sempre lui. Che tra l’altro ha pure giocato insieme a Iraola, Llorente, Arteta e Xabi e Mikel Alonso. Su chi segnasse non c'é dubbio alcuno: Aritz naturalmente, sempre come attaccante, al massimo esterno per la sua progressione. Segnava sì ma mica come oggi, altrimenti che curioso caso sarebbe.
A scuola ha sempre fatto il giusto, un solo rimpianto chiamato 'magistero deportivo’ perché “non sono riuscito a portarlo a termine, gli allenamenti coincidevano con le lezioni”. Lo sport gli scorre nelle vene: sci ma anche paracadutismo, surf e golf. Soprattutto, tanto calcio. Il paradosso? Lui di San Sebastian non ha mai giocato nella Real. Solo Athletic, basta e avanza. Uomo che fa spogliatoio, professionista serio che non sa cosa sia la vita notturna. Capricci? Zero. Gol: 32 in 50 partite quest'anno. E non è mica finita qui: perché il curioso caso di Aritz Aduriz Zubeldia è destinato a continuare...