Flash di fotografi, sigaro in bocca. Relax. La maglietta è visibilmente sbottonata e profuma di spumante. Al collo pende la medaglia d’oro, quella della storia. Gli occhi di Marcello si perdono nel sogno di un Mondiale che qualche mese prima sembrava fantascienza, solo una semplice barzelletta. E invece la sua Italia è salita sul primo treno disponibile e via: desiderio che si trasforma in realtà. Materazzi, Cannavaro, il violino del Gila. La corsa di Barone, Inzaghi che segna. Zambrotta, Toni, il volo di Buffon sull’incornata di Zidane. Gli schiaffoni di Gattuso. Grosso. Fino a Marcello Lippi. In maglietta maniche corte e sbottonata, con al collo quella medaglia. Il regalo più bello che ci potesse fare, lui e quella squadra. Un regalo che durerà per l’eternità.
“E tu gliel’hai già fatto il regalo… di compleanno?” è la nostra domanda al figlio di Marcello, Davide, noto agente di calciatori. “Se riesco stasera mi presento a Viareggio senza dirgli niente e lo porto fuori a cena. Una cena a base di… Champions". Stranamente calcio. Lui ride e aggiunge. “Potrebbe venir fuori una bella sorpresa”. Che non sarà più così sorpresa dopo questo pezzo. Gli auguri però… “già fatti ieri sera!”. Anche se alla fin fine il compleanno non è cosa poi così sentita a casa Lippi, pare. “Se per motivi di lavoro non riusciamo a vederci oggi, ci vedremo domani oppure la prossima settimana. Non siamo rigidi sulle festività…”. Ma poi casca il palco. “Il compleanno più strano? Forse l’anno scorso perché sono andato fino in… Cina per festeggiare con lui!”. Alla faccia, dietro l’angolo. “Eh già, allenava il Guangzhou. Cerchiamo di passarlo sempre insieme il giorno del suo compleanno”. Magari fumando un sigaro insieme, perché no. Davide però mi smentisce subito, quella non è una passione di famiglia. “No no. Io non fumo! Papà prima fumava sigarette poi ha provato il sigaro e non ha più smesso”. Passioni in comune? “Il mare e la barca. La barca, il mare. La barca in mare”. Insomma sì, capito. E il Mondiale. Che lega noi, figuriamoci loro. Di padre in figlio, l'emozione si coglie al volo, un po' come l'aneddoto che Davide mi racconta. "Ricordo come se fosse ieri di quando Cannavaro mi prese e mi rasò i capelli a zero, appena saliti sull'aereo di ritorno verso casa. Non ho potuto dire molto, lo avevo promesso: 'se vinciamo, mi raso'. E così fu". Detto, fatto. "Cerco di fare anche la sorpresa a papà, questa sera" mi specifica Davide in esclusiva sul sito di Gianluca Di Marzio. Allora su, non bisogna perder tempo. C'è un papà che aspetta, oggi 68enne. "Il miglior papà che potessi chiedere". Un papà campione del mondo.
Auguri Marcello. E grazie ancora.