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Data: 15/03/2018 -

Il Cluj italiano di Mureșan, dalla rinascita al dominio: "Con la Roma Culio chiese la grazia di San Pietro. Su Trombetta e Mandorlini vi racconto..."

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Concluso il contratto di Trombetta, che oltre a battere i giallorossi in trasferta conquista anche un prezioso punto nella gara casalinga con il Chelsea di Scolari nello stesso girone, è ormai palese che la volontà della dirigenza del Cluj è quella di continuare con la linea italiana per la guida tecnica della squadra. Per questo viene scelto come successore Andrea Mandorlini, che in un anno domina tutte le competizioni rumene diventando di diritto l’allenatore più vincente della storia del club: “Andrea arrivò qui con un curriculum alle spalle sia da calciatore che da allenatore che nessun altro poteva vantare qui a Cluj. Con il suo staff di fiducia formato da Bordin, Nicolini e Mauro ci ha portati ad un livello di maturità ancora più alto di quello che eravamo riusciti a raggiungere. Mandorlini era un professionista a tutto tondo, impostava tutta la sua giornata soltanto in riferimento al calcio e si concedeva solo un piccolo hobby che ancora oggi ci unisce. Andrea era infatti un grande patito di caccia e ogni anno da quando ha lasciato la squadra viene qui un paio di volte all’anno per vivere al meglio questa sua passione”.

In quella stagione però la quota italiana non si ferma all’allenatore, ma si arricchisce anche del nome di Roberto De Zerbi, oggi allenatore del Benevento: “Roberto fu un nostro obiettivo per molto tempo prima di riuscire a convincerlo ad un trasferimento qui, ed anche in quel momento non ero completamente sicuro avesse davvero accettato. Era un calciatore eccezionale, un fantasista nel vero senso della parola che si distingue con merito nella storia di questo club. Sono pochissimi i nomi passati da queste parti che possono vantare un livello qualitativo così alto, oltre che una personalità fuori dal comune. Nel periodo da calciatore è diventato per la città un vero e proprio idolo ed anche lui spesso viene a farci visita come nella partita di quest’anno con la Dinamo Bucarest. Ovviamente il nostro allenatore oggi è Dan Petrescu e spero che questo rapporto con lui duri ancora a lungo, ma le porte del Cluj saranno sempre aperte per Roberto, magari anche in futuro nel ruolo di allenatore”.

Oltre alla Roma, affrontata nel 2008 e nel 2010, il Cluj ha avuto modo di sfidare anche l’Inter nella fase eliminatoria dell’Europa League. In trasferta a San Siro appena dopo la fine della sessione invernale, il presidente Mureșan ha avuto modo di assistere ad un colpo in entrata dei nerazzurri che all’epoca ebbe grande risalto mediatico: “Quando sfidammo l’Inter ci fu un incontro molto particolare il giorno prima della gara, con un procuratore croato che parlava tanto bene del suo assistito, Mateo Kovacic. Vedendo la scheda del ragazzo pensavamo stesse per firmare con i nerazzurri per poi aggregarsi alla primavera, ma quando ci siamo poi rivisti per cena con l’agente ci ha confessato che in realtà lui sarebbe stato l’acquisto di punta di quella sessione di mercato. Ovviamente il giorno della partita non solo scese in campo, ma fu autore anche di una grandissima prestazione”.

Non solo con la parte nerazzurra di Milano, ma anche per quanto riguarda quella rossonera non poteva mancare un piccolo aneddoto sull’allora amministratore delegato Adriano Galliani: “Personalmente l’ho sempre preso come fonte d’ispirazione e dopo il nostro primo scudetto mi ha insegnato una lezione che ho poi portato con me negli anni successivi. Fu infatti il primo a mandarmi un fax di congratulazioni, seguito poi da Florentino Peres e da tante altre squadre, facendoci capire quanto il nostro nome fosse diventato grande anche a livello internazionale. In generale il Milan è sempre stato in prima linea nel complimentarsi con noi per i risultati ottenuti ad esempio anche in Champions League e posso tranquillamente ammettere che è grazie a loro se ci siamo adeguati iniziando ad inviare anche le nostre lettere di congratulazioni per i successi delle squadre europee”.

Dopo aver rilevato che la partita più importante della sua gestione è stata la vittoria dell’Olimpico e che il miglior allenatore è invece Mandorlini - a pari merito con Dan Petrescu - arriva quindi il momento di eleggere il calciatore che più lo ha impressionato durante quasi 20 anni di presidenza: “Vorrei poter dire con tranquillità il nome di De Zerbi, ma nonostante tante buone prestazioni è evidente che la sua esperienza qui sia stata influenzata dai tanti problemi fisici che ha dovuto affrontare. Per questo motivo scelgo Lacina Traoré, che scovammo in un viaggio in Africa e fece la sua prima grande prestazione in campo Europeo quando incontrammo per la seconda volta la Roma in Champions. Mi raccontarono che Burdisso, che faceva coppia con Mexes in quella gara, chiedeva costantemente a Sixto Peralta ed al suo portiere Lobont chi fosse questo 18enne che li stava facendo impazzire. Sfortunatamente non siamo riusciti a tenerlo con noi troppo a lungo perché economicamente diventa poi complicato convincere un ragazzo in rampa di lancio a restare nel campionato rumeno, ma resta un motivo di vanto averlo lanciato all’interno del panorama europeo”.


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