"A Francè, e mo'?". 'Finalmente domenica'. No, non stavolta. Almeno non per tutti. Come spiegarlo? Come una data a cui
arrendersi. In cui un calcio alla tristezza forse non tutti riescono a darlo
perché la malinconia è un pallone troppo pesante.
Come spiegarlo? Con un numero, il 10. Con una città, la sua. 'Roma? Totti, il Papa...'. Perché se la fede è quella calcistica, il profano diventa comunque idolo. Per costruire ponti sul tempo ed unire generazioni e il risultato è sentirsi chiamare 'Francè' dal nonno, dal padre e dal figlio.
Ci sono i tifosi della Roma, quelli della storia del calcio e quelli di Totti. I romantici e gli affamati del lieto fine. Come spiegarlo? Il calciatore. E l'uomo. La carriera, la vita pubblica. Binari paralleli di un treno di desideri realizzati, sogni, coppe, campioni, lacrime, qualche rimpianto, soddisfazioni. E di un 'Unico grande amore', come un libro a cui manca da scrivere l'ultima pagina. Oggi, penna in mano. Ma prima uno sguardo indietro, al calciatore, all'uomo. Capitano della Roma e marito di Ilary. Marcatore più anziano della Champions League e padre di tre figli. Quello che ha raccontato barzellette per un fine nobile e che ha alzato al cielo la Coppa del mondo nella notte più azzurra di Berlino. Uno, 10 e... molto di più.
Il calciatore
“24 anni, 8.828 giorni, 291 mesi, 1261 settimane, 211. 871 ore, 12.712.260 minuti, 762.735.600 secondi. Non piango perché smetti, ma sorrido perché ci sei stato. Ci sono vite che capitano e vite da capitàno. Lode a te Re di Roma”. Provare a misurare una storia e un amore così e racchiuderla in uno striscione di 140 metri. Alla vigilia dell’addio. Dopo 784 presenze con la maglia della Roma, 618 in Serie A. Trecentosette gol, il totale di un conto partito il 4 settembre 1994 contro il Foggia. Altra data: il 17 giugno 2001. E il Parma, la sua ‘vittima’ preferita. La 10, la fascia. Undici reti nei derby, nessuno come lui; il giocatore più anziano ad aver segnato in Champions League. Una carriera in cui ha intrecciato il giallorosso all’azzurro nazionale: il rigore contro l’Australia, la notte di Berlino. Tutti con Totti. Come quando si è sentito a casa in stadi che non erano l’Olimpico e in cui tifosi avversari l’hanno applaudito o omaggiato in qualche modo. Ferraris, Bernabeu, San Siro, e non solo, ricordano. Altre volte invece fischiato. Quel rovescio della medaglia con anche cartellini rossi, gesti non dimenticati (né perdonati da qualcuno), panchine, infortuni. Impossibile dimenticare qualsiasi cosa. In molti non ci provano nemmeno, forse. In attesa di un altro Totti, se mai ci sarà.
Il marito
Il 19 giugno 2005 una parte di Roma si è fermata, solo per non perdersi le nozze di Totti. Francesco e Ilary, il matrimonio. Diretta tv, riflettori sulla coppia romana per antonomasia in un periodo in cui il binomio calciatore-showgirl la faceva da padrone. Una coppia indissolubile, alla Sandra e Raimondo. Un’unione invidiata, un amore vissuto con alle spalle una tifoseria per cui quella ragazza bionda diventava parte della grande famiglia giallorossa, quella che chiamava (e chiama) Totti ‘Francè’. ‘La donna del capitano’. “Ilary è la mia fortuna”, parola di Francesco. Diventata ‘ingombrante’ per alcuni dopo le dichiarazioni in un’intervista di pochi mesi fa in merito al rapporto del marito con Spalletti. Scomodato il titolo di una canzone di Mia Martini, tifosi divisi. ‘Ha fatto bene’, ‘Non doveva’. Difficile placare l’eco di quelle dichiarazioni di Ilary, da sempre come una first lady del pallone, talvolta protagonista anche in campo grazie a una dedica sotto la maglia o per un bacio a bordo campo. Nel 2015 hanno festeggiato i 10 anni di matrimonio che li hanno resi genitori di 3 figli; perché a casa Totti il risultato di 1+1 è 3: Cristian, Chanel e Isabel.
Il padre
Foto: Instagram - Francesco Totti
Il frutto di un amore duraturo. Una coppia, tre figli: Cristian, Chanel, Isabel. Il regalo più bello. Cresciuto lui stesso in una famiglia che “mi ha dato tutto, in qualsiasi momento”. Ma dal 2005, anno di nascita del primogenito Cristian, Totti ha dovuto imparare un altro mestiere: quello del padre. ‘Francè, auguri’. Come se ogni tifoso fosse diventato… zio. Chanel e la piccola Isabel, due delle donne più importanti della sua vita; Cristian visto da molti come la continuazione dell’opera di Francesco. Perché anche lui è Totti. E vederlo giocare, con la maglia della Roma, non può che portare ad immaginarlo lì, al posto del padre. Un giorno. Romantico. Un sogno ma non troppo, visto che qualcuno già scommette su un suo esordio in A nel 2022. Proprio pochi giorni fa intanto ha fatto vincere agli esordienti della Roma il 31° Torneo Conte Galeazzi, calciando lui il rigore decisivo. Pensieri, occhi lucidi. Senza pressioni ma con il sogno che si possa continuare a vivere una storia infinita. Da Totti a Totti.
Totti e il sociale
Impegnato, sì. Sempre e su più fronti. Ambasciatore Unicef, quando si tratta di aiutare non si tira indietro. In una parola? Beneficenza, quando si tratta di (non) riscuotere compensi, come in occasione dell’apparizione al Grande Fratello Vip o al Festival di Sanremo. Perché ha preferito devolvere qualsiasi cifra a chi ne aveva più bisogno. Ha anche raccontato, e raccolto in un libro, le sue barzellette per far ridere chiunque lo comprasse e per far sorridere chi andava a beneficiare dei ricavi delle vendite. In prima fila anche per campagne come quelle di Telethon o gli Special Olympics. Perché col suo aiuto possa essere d’esempio e con la sua immagine, cassa di risonanza per sensibilizzare. Senza dimenticare tutti quei piccoli tifosi della Roma, malati o che vivevano situazioni delicate, che ha incontrato nel corso della sua carriera solo per dar loro un sorriso e fargli vivere una giornata indimenticabile. Solo lo scorso ottobre, Totti è stato anche protagonista della Partita della Pace, insieme a Maradona e altri campioni del calcio, per essere vicini e aiutare le popolazioni del centro Italia colpite dal sisma del 24 agosto 2016.
Totti e i social
27 settembre 2016. Un compleanno sul web. Il primo. E’ stata questa infatti la data scelta da Totti per lo sbarco sui social. Proprio lui che i social li aveva infiammati con un selfie sotto la curva diventato leggenda. Twitter, Facebook ed anche Instagram. Un modo per essere ancora più vicino ai suoi tifosi; il suo canale per condividere foto e momenti della sua vita e non ultimo, per comunicare quel messaggio di addio. Completo e interlocutorio allo stesso tempo. Poco decifrabile e che lascia aperte più possibilità per il suo futuro. Quello che inizierà lunedì. La nuova sfida, a chiudere un capitolo della sua carriera interamente tinto di giallorosso. Un viaggio al capolinea, un saluto con una lacrima per quello che finisce e un sorriso per ciò che è stato. Perché: “Non piango perché smetti, ma sorrido perché ci sei stato”.