Corso di laurea in lingue e una passione per il pianoforte. Sembra quasi che il calcio per Leonardo Morosini sia un hobby. Se così fosse gli dovrebbe diventare l’esempio per tutti i ragazzi della sua generazione perché ci riesce anche molto bene. Per lui parlano i gol e le prestazioni “monstre” con la maglia del Brescia, quella che indossa da sei anni a questa parte (tra giovanili e prima squadra) e quella che gli ha consentito di approdare in Nazionale Under 21. “Adesso non mi resta che baciare lo scudetto dell’Italia dopo un gol perché sarebbe una gioia immensa”.
E di gioie di questo genere, da quando è al Brescia, ne ha già vissute parecchie, soprattutto quest’anno con l’arrivo in panchina di Brocchi. “E’ davvero bravo, sopratutto con noi giovani: ci dà tanta libertà in campo e fuori, e questo ci impone anche tante responsabilità”. Quelle stesse che ha in un ruolo un po’ “fuori moda”. “Mi sento un “vecchio” numero 10. Vecchio perché mi devo adattare alle nuove indicazioni visto che il trequartista non si usa più e così faccio la seconda punta o l’esterno”.
Ma facciamo un passo indietro, perché nel suo passato ci sono state l’Inter ed un’offerta dalla Premier. “Subito dopo l’oratorio sono stato per 5 anni nelle giovanili dell’Inter, che è la squadra del mio cuore, poi è arrivata una proposta da parte del Fulham ma prima di concludere l’accordo lì ho scelto di andare al Brescia che adesso è la mia seconda casa”. E’ lì che sogna di seguire le orme di Pirlo, Guardiola e Baggio, ma senza abbandonare le sue due passioni, l’università (“solo una volta un professore mi ha riconosciuto ad un esame”) e ovviamente la musica. “Qui in ritiro con l’Under 21 c’è un pianoforte, ancora non l’ho usato perché penso solo ad allenarmi, ma magari se martedì prossimo vinciamo con la Lituania suono qualcosa per i compagni”.