Il Drago (non più invisibile) di Catania arriva dalla Slovenia, si è vestito di rosso e azzurro, ha fatto piangere Messina. Chi? Maks Barisic, con furore da Capodistria. Nato lì da genitori croati che vivevano in Bosnia e che furono costretti a raggiungere il capoluogo sloveno quando scoppiò la guerra. Capodistria in sloveno si scrive e si legge Koper. In croato Kopar. La città natale del bambino di Koper si affaccia sul Mar Adriatico e in linea d'area di fronte ha Venezia. Legame storico quello con l'Italia che, senza neanche immaginarlo, ha tracciato da sempre il suo cammino, in viaggio fino a raggiungere la parte più estrema del territorio italiano.
La Sicilia. Catania, con esattezza. L'abitante sloveno classico viene considerato una persona dal carattere complesso, ma diligente e corretto nel suo essere meticoloso, dal grande senso di sacrificio e passione. Proprio come Barisic, l'attaccante con la faccia da bambino. A volte individualista e introverso, spesso riservato e diffidente. Ma capace di dimostrare, nei momenti giusti, spirito di gruppo per il bene comune. E per questo voluto bene da tutti. Il bambino di Capodistria ha una passione su tutte. Il calcio. In patria era ritenuto uno dei più grandi talenti in rampa di lancio. Gran potenziale con ampi margini di miglioramento. Prestanza fisica. Un' ottima base tecnica che lo rende duttile nel suo ruolo. Attaccante, sì. Seconda punta o punta centrale quando serve. Freddo sotto porta. Una scommessa da provare a vincere. Così nel 2012, il Catania lo porta in Italia in prestito dall'FC Luka Koper, soffiandolo anche al Friburgo. Scommessa (vinta) del ds Argurio, che ha sempre creduto in lui (lo aveva preso anche a Messina l'anno scorso) e continua a farlo, convinto possa ambire a squadre importanti. Grandi successi nella Primavera rossazzurra, fino alla sua prima convocazione in prima squadra per Catania-Milan. Proprio al Milan andrà in prestito nell' estate del 2013, con Pippo Inzaghi allenatore, Petagna compagno di squadra e la Youth League, la Champions League dei giovani. A febbraio dell'anno scorso poi la parentesi positiva all'Acr Messina e l'ennesimo ritorno in maglia rossazzurra a fine stagione dato il prestito secco.
Il bambino adesso è cresciuto. Tra pochi giorni, il 6 marzo, Maks Barisic - senza "r" prima della "k" e con la "s" finale, per un'attenta e giusta pronuncia - compirà ventidue anni. Domenica, in anticipo, l' autoregalo. E il regalo ad una città. Non quella del drago sloveno, ma quella del Liotro. Nel derby, il suo derby, tra Messina e Catania. Partito dalla panchina, a cinque minuti dal novantesimo, ecco la liberazione dopo il terzo gol stagionale in sedici presenze. A coronarlo "Re del derby" il gol più importante della sua carriera (così lo ha definito lui stesso nel post gara, col volto disteso e felice). A quasi ventidue anni. Sputando fuoco, come fa l'Etna. Per la città dell'elefante. Lontano da casa, lontano da draghi e dragoni sloveni. Ma finalmente Barisic.
A cura di Angela Sciuto