Tap-in facile facile. Gol. Nemmeno esulta: “Tanto è fuorigioco”, sembrerebbe pensare. Sguardo rapido al guardalinee, tutto regolare. Quasi incredulo abbraccia i compagni accorsi verso di lui, puntando però gli occhi al cielo dove c’è mamma Mercy, come dopo ogni rete. 2-0 momentaneo per il Manchester City all’Old Trafford nel derby più atteso d’Inghilterra, firmato Iheanacho.
L’eroe che non ti aspetti, Kelechi Iheanacho. Dai campi in terra battuta della Nigeria al gol decisivo contro lo United di Mourinho: quasi da non crederci. Lui che non sarebbe nemmeno dovuto diventare calciatore perché “I miei genitori volevano che studiassi” e che a casa non poteva permettersi una televisione dove seguire il grande calcio perché i soldi servivano per comprare il pane. Eppure, appena riusciva a sgattaiolare via da casa correva a vedere le partite trasmesse a Lagos: “Guardavo il calcio spagnolo perché era il meno costoso: 30 Naira!” ma “Appena riuscivo a racimolare i soldi ammiravo la Premier oppure aspettavo la fine del primo tempo così da pagare la metà!”.
Umile, semplice, Iheanacho. Dedito al lavoro poi, perché arrivare così in alto partendo praticamente dal nulla ti forgia nell’anima. Con lo sguardo sempre rivolto verso l’alto, come per chiedere consigli alla madre scomparsa circa quattro anni fa: “Quando capisco di non fare abbastanza o so di non lavorare duro, il ricordo di lei mi spinge a dare il massimo”. A vegliare costantemente su di lui c’è poi papà James, figura decisiva nel suo passaggio al City: “Dovevo andare al Porto dopo le Qualificazioni ai Mondiali Under 17, era praticamente fatta. Poi papà però mi ha convinto a venire qui ed ora so di aver fatto la scelta giusta”.
Un sogno arrivare al City. Giocare con l’idolo di sempre poi, non ha prezzo: “Tifavo Barcellona perché c’era Yaya Tourè ed ora me lo ritrovo di fianco nello spogliatoio: stento a crederci! Lui e Bony mi hanno aiutato tantissimo”. A completare l’integrazione in Inghilterra ci hanno pensato infine i suoi gol: 14 in 36 partite a 19 anni. Bravino Iheaneacho, non c’è che dire. Pellegrini ci aveva visto lungo lanciandolo. Ed ora Guardiola ne raccoglie i frutti e ringrazia. Doveva esserci Agüero al centro dell’attacco ma per la squalifica è toccato al nigeriano non far pesare l’assenza del Kun. “Un sogno segnare nel derby di Manchester: sono contentissimo per i tifosi”, le parole a fine partita, con la semplicità e le genuinità di sempre. E meno male nel dubbio di essere in fuorigioco l’ha buttata dentro quella palla. Eroe che non ti aspetti: Ibrahimovic chi? Oggi la scena è tutta di Iheanacho.
Di Alberto Trovamala