Adesso sembra tutto così semplice. 37 punti ed un ottavo posto in classifica in solitaria in Serie B: nientemeno che la zona playoff. Ma se ti volti un attimo indietro, senza nemmeno guardare troppo lontano, solo a pensare a nove anni fa, quando i campi in cui l'Entella giocava erano principalmente fatti di terra battuta, con qualche (raro) ciuffo d'erba sparso qua e là, sembra davvero di sognare. Magari a quei 300 tifosi che festeggiarono ad Arenzano l'anno della promozione in Serie D, scenderà addirittura qualche lacrimuccia. Invece è tutto così dolcemente vero. Dalle stalle alle stelle: è proprio il caso di dirlo. Ma com'è stato possibile tutto ciò? Programmazione, determinazione e persone competenti: ecco il segreto.
Ovviamente, il principale artefice di questo "miracolo sportivo" è il presidente Antonio Gozzi che, dopo aver prelevato la società nel 2007, ha dato il via a questa inarrestabile scalata. Poi via via tutti gli altri, dal ds Superbi al dg Matteazzi, a tutto lo staff, fino ai magazzinieri, senza dimenticare nessuno. Una società formato famiglia, in cui addirittura Sabina Croce, moglie del presidente e principale responsabile delle iniziative volte al sociale, è sempre pronta ad aiutare i ragazzi del settore giovanile in convitto addirittura coi compiti a casa, per fare un esempio. Il settore giovanile appunto. Vero e proprio fiore all'occhiello della società, che in questi anni è riuscita a vincere due scudetti, uno di Juniores Nazionale ed uno della categoria Beretti, fino alla stagione in corso, nella quale la Primavera sta lottando testa a testa con la Juve per il primo posto nel girone.
Un serbatoio inesauribile per la prima squadra: in ordine di tempo, l'ultimo talento sfornato è stato Keita, ora conteso tra Napoli, Roma, Sassuolo, Udinese e non solo. Anche i giocatori che si sono susseguiti negli anni sono stati ovviamente fondamentali. Prima uomini e poi calciatori: "stile Entella" docet. Alcuni di loro come Volpe, Staiti, Iacoponi, Troiano e Paroni, che hanno vissuto gran parte dell' "era Gozzi", rimarranno bandiere indelebili per questo club. A Paroni, portiere che veste la maglia biancoceleste dalla Serie D, è stato tra l'altro dedicato un fan club, per intenderci. A tal proposito, non bisogna dimenticare il ruolo determinate dello "zoccolo duro" dei tifosi: gli stessi che una manciata di anni fa vivevano i derby di Serie D contro Lavagnese e Sestrese come se fossero finali di Champions League, adesso possono sognare ad occhi aperti ogni sabato vedendo i propri beniamini lottare per le posizioni nobili della Serie B. Probabilmente, se avessero detto loro qualcosa del genere ai tempi, si sarebbero messi a ridere prendendo il referente per pazzo.
E invece ora sono lì, a cantare e lottare insieme ai giocatori in campo, ammirando le giocate di Caputo e compagnia. Ieri programmavano trasferte in pullman per vedere partite sui campi di terra di Busalla, Arenzano e via dicendo; oggi accolgono al 'Comunale' squadre come Cagliari, Brescia e Perugia, tra le altre. È probabilmente mancato il salto di qualità per aumentare in modo consistente il numero dei sostenitori, ma visto il "buco" tra il 2000 ed il 2006, quando la squadra era fallita e non prendeva parte ad alcun campionato, e la città di appena 27000 abitanti, c'è da comprenderli e dar loro il tempo di riassestarsi. C'è chi, memore del passato, si gode questo momento, considerandolo indimenticabile; mentre qualcun altro, visti gli ultimi risultati, sogna davvero in grande. E chissà che un domani il presidente Gozzi non li accontenti. Beh, non sarà semplice, ma per chi è riuscito in nove anni ad arrivare a lottare per traguardi così prestigiosi, niente è impossibile. "La salvezza a Chiavari è come la Champions League", aveva dichiarato proprio Gozzi in tempi non sospetti, ma aspettarsi ulteriori colpi di scena è più che lecito. E comunque andrà a finire la stagione, con o senza playoff, l'Entella ha già ampiamente vinto.
Alberto Trovamala