Cagliari-Milano, Milano-Cagliari: porte girevoli. Lo scambio di prestiti tra Storari e Gabriel si è concluso, con il brasiliano atterrato a Elmas questa mattina e Storari già a Milano da ieri: chi ha guadagnato di più da questa operazione? Difficile dirlo per chiunque, anche per un esperto del ruolo come Mario Ielpo, più di 100 presenze in A proprio con le maglie di Milan e Cagliari.
"Ti confermo, non è semplice rispondere..." - dichiara Ielpo ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "Per il Milan probabilmente non si trattava di un obiettivo primario di mercato e credo che Storari arrivi a Milano per fare da secondo a Donnarumma: giocherà in caso di emergenze. Poi il Milan punta molto su Plizzari. Dall'altra si darà la possibilità a Gabriel di crescere e fare esperienza, anche se neppure questo è sicuro visto che il Cagliari ha Rafael che si è dimostrato un portiere affidabile anche nelle passate stagioni. Credo che sia un'operazione dettata da esigenze extra calcistiche più che tecniche".
Che tipo di portiere è Gabriel? "Non ha un grandissimo curriculum in serie A, ma ha dimostrato nell'anno a Carpi di essere affidabile. Sotto certi punti di vista è un'incognita, vedremo come si comporterà in futuro, se le qualità di cui tutti parlano verranno fuori". Non era il caso di anticipare il ritorno di Alessio Cragno? "L'ho visto giocare nel Benevento e mi ha fatto un'ottima impressione, ha fatto delle parate molto difficili. E' cresciuto tanto rispetto il primo anno a Cagliari, dove ha incontrato difficoltà dovute anche alla difesa alta di Zeman. Adesso mi sembra pronto e non so quali fossero gli accordi con il Benevento, ma dalla prossima stagione il Cagliari potrà contare su un ottimo portiere. Adesso il problema era risolvere la situazione Storari e hanno trovato la soluzione".
Come hai visto il Cagliari? "Una squadra che crea occasioni, ma subisce anche tantissimo. Con la regola dei tre punti e la qualità scarsa di chi sta nelle ultime posizioni, non dovrebbero avere problemi a salvarsi. Tuttavia mi hanno preoccupato un po' e stupito le situazioni extra-campo che si sono create. Uno dei punti di forza della piazza di Cagliari è sempre stata la serenità dell'ambiente che permetteva di risolvere rapidamente i problemi. Quest'anno sta succedendo un po' il contrario, la squadra va bene ma ci sono problemi esterni. Ho visto cose non belle, l'ambiente si è troppo surriscaldato: spero che si sia risolto tutto". Il rossoblù che ti è piaciuto maggiormente? "Ci sono diversi giocatori di qualità, come Farias, Joao Pedro, Sau, loro sicuramente mi piacciono molto. Quello che manca invece è la solidità, la compattezza, ciò che non dovrebbe mancare a una squadra di media classifica. Quando poi si prendono brutte imbarcate come quelle prese dal Cagliari quest'anno si creano problemi psicologici che possono complicare la situazione".
Quanto conta un portiere all'interno di una squadra? Ielpo ci conferma che si tratta di un ruolo di fondamentale importanza: "Ti racconto un aneddoto. Nel mio anno migliore a Cagliari e in assoluto in carriera, nel 1992, ero considerato uno dei più forti portieri della Serie A, se non il più forte, anche se non mi piace dirlo (ride). Sicuramente in quel campionato ero fondamentale per il Cagliari. Alla fine del primo tempo di una partita al Sant'Elia, dopo aver urlato per tutti i primi 45 minuti per dirigere la difesa, ero rientrato nello spogliatoio senza voce. Mazzone era disperato, gli era venuta una crisi nervosa: 'ora come facciamo?'. Continuava a gridare e allora per farlo stare zitto gli dissi: 'Se secondo lei non sono più in grado mi cambi pure...'. Nel secondo tempo ero regolarmente in campo. Non avevo mai visto Mazzone quell'espressione rassegnata (ride)".
Il Milan è da terzo posto? "Non lo so, è difficile da pronosticare. Il Milan, a livello di rosa, è da quinto-sesto posto, però è da terzo posto come gioco e idea di squadra: gli sono superiori solo Napoli e Juventus. Sanno tutti cosa fare, si aiutano, hanno delle idee. Detto questo, mi sembra difficile che possa reggere alla lunga il confronto con Napoli, Juventus e Roma. Penso che possa ambire al quinto posto, alle spalle della Lazio e davanti all'Inter". Da grande ex portiere che giudizio ti sei fatto di Donnarumma? "Gianluigi è un fenomeno. Ha la velocità e la coordinazione dei portieri meno alti di lui e allo stesso tempo è un gigante, occupa una porzione di porta doppia rispetto a un collega meno strutturato. Poi ha la maturità e la personalità di un adulto, ma in realtà è un bambino".
Mai sentita la nostalgia del campo? "Sinceramente no. Se avessi potuto scegliere avrei continuato a giocare, ma ci devono sempre essere i presupposti economici e le offerte. Giocare a calcio per un appassionato come me è la cosa più bella che possa esserci. Fare l'allenatore invece no, è una vita che non mi piace: cambiare città in continuazione non faceva più per me. Avrebbe compromesso anche la crescita dei miei figli, che invece sono entrambi laureati con lode e lavorano in posti bellissimi. Da questo punto di vista non rimpiango di non aver fatto l'allenatore. Se invece mi fosse stata data la possibilità di giocare per sempre un pensierino l'avrei fatto...".