Dagli obiettivi personali alla voglia di raggiungere traguardi importanti con la maglia dell'Inter, passando per l'Argentina, gli idoli di infanzia e gli allenatori decisivi nella sua crescita. Tanti i temi trattati quest'oggi Mauro Icardi, intervenuto in diretta sulla pagina Facebook del club nerazzurro, a partire dalla volontà di rimanere a lungo a Milano.
"Io sono un tifoso dell'Inter e sono il capitano di questa squadra - ha detto l'attaccante - Per questo spero di poter avere una lunga carriera con questi colori. Sì, mi piacerebbe chiudere qui a Milano. Dalla nuova Inter mi aspetto tantissimo, abbiamo le potenzialità per arrivare in alto ed anche la società sta facendo di tutto per permettercelo. Siamo ambiziosi, vogliamo tornare al top, proprio dove eravamo fino a pochi anni fa. Nella sessione di mercato la società migliorerà ancora la squadra, acquistando giocatori pronti e con la giusta esperienza per aiutarci ad andare lontano. Siamo pronti per la Champions League? L'obiettivo è quello, vorrei giocare questa competizione con la maglia nerazzurra. Personalmente io ho solo 24 anni e posso ancora migliorare e crescere sotto diversi punti di vista. L'area di rigore è il mio punto di forza, mentre a volte dicono che non gioco con la squadra, anche se ultimamente sono cresciuto anche con gli assist. La mia dote migliore? Fare gol, anche se prima segnavo molto più di testa, soprattutto quando ero al Barcellona. Quanti gol punto a fare? Punto sempre al massimo, ma è difficile stabilire un numero preciso. Adesso sono in alto alla classifica cannonieri, insieme ad altri campioni, il mio obiettivo è quello di fare più gol possibili per permettere all'Inter di vincere. Meglio vincere lo scudetto o superare il record di gol di Higuain? Senza dubbio vincere lo Scudetto. E poi è chiaro, se segno tanti gol è più semplice vincere il campionato".
A breve l'Inter affronterà il Milan nel derby di Milano. I rossoneri sono l'unica squadra a cui Icardi non ha ancora segnato in Serie A: "Fare gol in una partita così speciale sarebbe fantastico - ha proseguito il capitano nerazzurro -. Spero davvero di andare in rete anche perchè è l'unica squadra alla quale non ho ancora segnato. La Juventus, invece, è tra le mie vittime preferite. Sono interista e quindi mi piace tantissimo segnare alla Juve. E poi fare gol alla squadra più forte in questo momento è un segnale importante. Il mio passato? Quando ero al Barcellona mi sarebbe piaciuto giocare con Ronaldinho, era bellissimo osservare tutti quei campioni, guardavo i loro allenamenti dalla finestra del mio appartamento. Il mio idolo? Mi sono sempre ispirato a Batistuta, che ammiro tantissimo e con il quale non faccio assolutamente paragoni. Tra quelli in attività il più forte è Messi, poi c'è Cristiano Ronaldo. Non sono giocatori normali, ma di un altro pianeta".
E in chiusura, dopo aver smorzato le polemiche sull'Argentina ("Ha perso in Bolivia? E' difficile giocare in quelle condizioni), Icardi ha parlato di Pioli e Mancini: "Pioli ha cambiato la nostra mentalità - ha concluso il numero 9 -. Con il suo arrivo è cambiato tutto, prima mancavano i risultati. Ha la capacità di gestire ogni momento, che sia bello o brutto, e ci ha fatto cambiare modo di esprimerci. Adesso siamo tutti felici, anche quelli che giocano di meno. Il nostro allenatore è bravissimo nella gestione del gruppo. Mancini, invece, ha cambiato il mio modo di giocare. Lui mi chiedeva di muovermi anche all'esterno dell'area di rigore, non solo dentro, dove io aspettavo sempre la palla. Da subito mi ha chiesto di fare questo tipo di lavoro e mi ha cambiato".