​I valori, gli input della società, il primo Viareggio della storia. P...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 30/03/2017 -

​I valori, gli input della società, il primo Viareggio della storia. Palmieri racconta il fenomeno Sassuolo: “Ecco come abbiamo messo le basi”

profile picture
profile picture

“Abbiamo visto l’albo d’oro del Viareggio ieri, pensavamo: adesso ci siamo anche noi. Bellissimo. Una sensazione stupenda. Sono cose che restano”. Sorrisi, Coppa al cielo. Un’istantanea dalla finale di ieri, una vittoria… di rigore. Perché è dagli undici metri che la Primavera neroverde ha conquistato quella Coppa, finora mai in bacheca. Testa, gambe “e qualità”. In campo come fuori. Per costruire quella vittoria, ma anche un percorso iniziato due anni fa per rendere sempre più competitivo il settore giovanile del Sassuolo. Francesco Palmieri ne è il responsabile e prima di quella finale aveva definito i ragazzi di Mandelli ‘garibaldini’. Pieni di voglia, consapevoli dei loro valori. E dopo l’ultimo rigore di ieri? “Che festeggiamenti! Ci siamo divertiti. E’ stato bello e meritato. Questo è un gruppo forte. Si è visto che si sono divertiti, che hanno reso tutti partecipi, che non vedevano l’ora di conquistare questo trofeo - le sue parole a GianlucaDiMarzio.com -. Più si andava avanti e più si percepiva la voglia e la convinzione di fare qualcosa di importante e di storico che poi è stato fatto davvero. Sono cose che restano”.

Il Viareggio è così, non si dimentica: “Mi ricordo il mio unico Torneo di Viareggio fatto da giocatore nell’87 con il Bologna, quando sono uscito ai quarti ai calci di rigore contro la Fiorentina - ha proseguito Palmieri -. Mi ricordo anche tutte le squadre affrontate nel girone, quella dei quarti, degli ottavi. Mi ricordo tutto. Perché il Viareggio è così, affascinante per un giovane. Una bella vetrina che ti dà delle belle sensazioni e un risalto incredibile. Siamo sulla strada giusta, continuiamo così. Qua c’è voglia di fare e vogliamo migliorare: costruire qualcosa che possa essere duraturo nel tempo. Con l’obiettivo di portare i ragazzi nel calcio che conta”.

Un viaggio iniziato due stagioni fa e che ha già portato un trofeo in bacheca. “Vincere è meraviglioso, siamo entrati nella storia del Viareggio. In questi due anni siamo stati in grado di crescere e competere con chiunque. Grazie a tutti i nostri gruppi di valore. E contro settori giovanili che hanno più storia di noi. Ci stiamo togliendo delle soddisfazioni importanti, stiamo ponendo delle basi solide per costruirci un bel futuro”. I giusti valori e quegli input da parte di una società che vuole fare del proprio settore giovanile una cantera interessante, competitiva e certamente vincente: “Io sono stato scelto da Carnevali per far sì che si potesse crescere come settore giovanile. Ho trovato terreno fertile qui, c’era molto da fare sotto tutti gli aspetti ma ho trovato del materiale su cui lavorare. Poi abbiamo anche costruito dei gruppi in più: quest’anno abbiamo la Primavera, la Berretti, Allievi Under 17, Under 16 e Under 15. Abbiamo le idee chiare”. Miglioramenti, sì, e anche dal punto di vista delle strutture: “E’ sinonimo di crescita. Quando mi ha scelto Carnevali l’ha fatto per portare il settore giovanile del Sassuolo a buoni livelli. E penso che siamo sulla strada giusta”. D’altronde “vincere aiuta a vincere”. Quattro parole per evidenziare i miglioramenti quotidiani.

Palmieri è arrivato al Sassuolo dopo tanti anni da responsabile del settore giovanile del Parma (dove era anche stato richiamato tra novembre e dicembre scorso, quando ormai però aveva già il contratto in essere con i neroverdi). Con i crociati tante soddisfazioni ma anche qualche rimpianto. “Ho visto crescere tanti ragazzi che ora giocano a livelli importanti. Ma non si sono accorti dei giocatori forti che potevano avvicinarsi alla prima squadra, questo è il più grosso rammarico”. A Parma un titolo con gli Allievi e molti elementi che adesso giocano in Serie A o B, come Defrel, Lapadula, Dell’Orco, Cerri, Sprocati. Dopo la separazione dal Parma, qualche giocatore (come Zecca, Ravanelli, Pierini, Masetti, Abelli) l’ha seguito a Sassuolo dove, Palmieri ne è sicuro, ha trovato “una proprietà forte, con gente seria: l’ad Carnevali, il responsabile dell’area tecnica Angelozzi, il direttore sportivo Giovanni Rossi. E insieme siamo partiti per far crescere il Sassuolo, come prima squadra e come settore giovanile. Carnevali mi ha trasmesso grande fiducia per fare quello che era giusto per migliorare questo settore giovanile”. Carta bianca dunque e via ad un lavoro che come prima tappa ha portato la Primavera del Sassuolo a conquistare l’anno scorso i playoff in campionato e questa stagione la storica Coppa Carnevale.

Ieri in tribuna ad assistere alla finale c’era anche Mirabelli, ds del Milan a closing avvenuto. E il pensiero non può non andare al futuro di quei ragazzi che si sono messi in mostra, non solo nell’ultimo atto della competizione. Anche se “la proprietà in realtà ha un’idea ben precisa a riguardo: far crescere i ragazzi e portarli in prima squadra. Dimostrare che siamo in grado di portare in alto dei giocatori forti. Di Francesco è attento ai ragazzi, li conosce bene, spesso ne prende diversi per fare gli allenamenti”. A dimostrazione che “è il discorso in generale che è positivo”. Settore giovanile come serbatoio per la prima squadra. E le categorie inferiori, come serbatoio a loro volta della Primavera. Ed è anche questa la direzione in cui va il mercato dei giovani: “Abbiamo vinto il Viareggio senza cinque giocatori titolarissimi della squadra di Mandelli, abbiamo attinto dalla Berretti e questi ragazzi hanno fatto benissimo. Per scelta - ha spiegato Palmieri - non siamo andati alla ricerca dei prestiti perché volevamo vedere chi aveva avuto meno possibilità. Tutto per sviluppare un percorso per i giovani calciatori da portare all’ultimo step che è quello della Primavera. E far sì che possano fare un percorso di un certo tipo nel calcio che conta. C’è quindi l’attenzione quotidiana che prestiamo a tutti i ragazzi per capire come si sviluppano nel quotidiano e poi monitoriamo, se c’è qualcun altro in giro che possa fare al caso nostro”.

Ma certo “vincere aiuta a vincere”. Lo dice Palmieri, lo dicono i risultati. Come un mantra che ritorna. Grazie ad un allenatore, Mandelli, che è cresciuto insieme alla sua squadra formata da tante individualità interessanti da Scamacca (“E’ stato felice di venire a Sassuolo. Ha grandi qualità ma deve sfruttare ancora meglio il suo potenziale”) ad Adjapong che ieri ha fatto un piccolo tour de force pur di giocare quella finale: “L’ho sentito il giorno prima, era con la nazionale, e mi ha detto che voleva tornare a tutti i costi. Ci siamo adoperati e alla fine è rientrato. E’ andato in campo e andava più forte degli altri”; da Ravanelli a Costa: “Decisivo nei calci di rigore in più partite”. Ma quello che ha fatto la differenza è stato il gruppo. Orgoglio di Palmieri. Frutto di quello che è stato, e sarà ancora, un “grande lavoro sotto l’aspetto tecnico e quello comportamentale”. Dunque, benvenuti nel settore giovanile del Sassuolo, specchio di quella Primavera ‘garibaldina’ in cui il gruppo e i valori fanno la differenza. Senza dimenticare che “vincere aiuta a vincere”.



Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!