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Data: 12/05/2018 -

I tortellini, i cavalli e le serie tv. 'Pipo' Gonzalez, tra Bologna e Russia 2018: "Quando gioca la Nazionale la Costa Rica si ferma"

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Dal casado ai tortellini, il passo può essere davvero breve. Soprattutto per chi, arrivato a Bologna dalla Costa Rica – passando per Palermo -, ha trovato una nuova casa. Zero difficoltà di ambientamento per Giancarlo Gonzalez. Questione di prestazioni in campo e… gusti culinari. “Sono un tipo goloso, anche se non ho mai avuto problemi di peso perché sono molto attento alla forma fisica ma ogni tanto adoro mangiare. Qui mi piacciono in particolare i tortellini e la crescentina”. Tanto che “io e mia moglie abbiamo una vicina di casa, Ornella, che ci invita sempre da lei per il caffè o a mangiare. A volte mi tocca rifiutare perché mi fa mangiare troppo e troppo bene, ammette ridendo il ‘Pipo’ Gonzalez in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com. ‘Pipo’ perché “Giancarlo è un nome lungo e allora mio zio e la mia famiglia fin da piccolissimo hanno cominciato a darmi questo nomignolo. Addirittura un giorno anche un commentatore in Costa Rica ha iniziato a chiamarmi così in tv”. Da allora “sono ‘Pipo’ per tutti. Non mi dispiace come soprannome anzi, lo adoro”. Amichevole e discreto, Gonzalez. Come ogni tico – soprannome che identifica i costaricensi - che si rispetti. Con un sorriso che lascia trasparire grande sensibilità per quel ragazzone di quasi 1 metro e 90 cresciuto in una famiglia umile del quartiere Calle Fallas di San Jose dove, fin da piccolissimo, ha sempre sognato di giocare a calcio. “Avevo sempre il pallone tra i piedi. Anche quando mi regalavano altri giocattoli, come ad esempio le macchinine, io avevo occhi solo per il pallone. Giocavo per strada, a scuola, dappertutto”. Col tempo ha sviluppato qualche altra passione: “Mi piacciono le serie tv: ho visto di recente ‘La casa di carta’ e mi ha entusiasmato così tanto che la sto rivedendo per la seconda volta. Poi, quando torno in Costa Rica, adoro dedicarmi ai cavalli di mio zio. Io e mia sorella lo aiutiamo a prendersi cura di loro. Anche se devo ammettere che come fantino non sono troppo bravo, continua il difensore classe ’88 con una lunga risata. Da piccolo però non c’era storia: calcio, calcio e ancora calcio. A 10 anni poi l’hanno iscritto ad una vera scuola calcio così “ho cominciato a fare sul serio. Crescendo, dovevo prendere addirittura 3 pullman diversi per andare ad allenamento. È un sacrificio che non mi è pesato minimamente perché ognuno nella propria vita è costretto a farne e di certo anche noi calciatori abbiamo una storia di sacrifici alle spalle”. Fantasticava un giorno di ricalcare i campi da gioco dove si esibivano i suoi idoli di sempre: “Ronaldo, Maldini e Ronaldinho. Ho sempre seguito il calcio europeo e in particolar modo la Serie A. Mi ricordo che da bambino davanti alla tv guardavo solo il calcio: niente film o altri programmi ma solo ed esclusivamente partite di calcio”. La scuola stessa, nonostante fosse “calmo, tranquillo. Quasi non parlavo” non ha mai rappresentato la sua priorità. “Non avevo troppa voglia di studiare, facevo il minimo per poter essere promosso”, afferma sorridendo. Non ha mai pensato, nemmeno per un attimo, che non ce l’avrebbe fatta a sfondare. “Ce l’ho messa tutta e ho avuto persone importanti che mi hanno saputo consigliare nel modo migliore, come ad esempio i miei genitori. Mia mamma Elsa in particolare ha sempre avuto parole di conforto nei miei confronti”. Ora il sogno di ‘Pipo’ è realtà. “Ringrazio Dio ogni giorno per le opportunità che mi ha concesso”. E si gode la sua Bologna: “È una città bellissima: io e la mia famiglia siamo contenti qua. La gente ci ha accolto benissimo, come in Sicilia. Poi, ripeto… il cibo è buonissimo”. Vita mondana però poca. Pochissima. “Trascorro la maggior parte del tempo con la mia famiglia. Ora ho mio figlio piccolo di due anni. La mia vita ruota intorno a lui. Giochiamo a calcio, alla Play, al Nintendo, lo porto al parco, e così via”. Senza trascurare la moglie: non sia mai. “Mi piace uscire a cena con lei davanti ogni tanto ad un bere bicchiere di vino: per me è vera gioia dedicarmi ai miei cari”.

Il suo Bologna: “Qui sono felice”


Gonzalez a Bologna è stato soprattutto protagonista in campo. 22 presenze e una salvezza acquisita nonostante un girone di ritorno contraddistinto da qualche sconfitta di troppo. “Mi hanno accolto alla grande e mi sono trovato benissimo sia con la società sia coi compagni. Qui abbiamo uno spogliatoio davvero unito e se devo indicare un ragazzo davvero molto positivo e scherzoso, dico Torosidis. È una grande persona e riesce a trasmettere alla squadra buon umore”. Ora un solo obiettivo: “Vincere domenica contro il Chievo davanti ai nostri tifosi per regalar loro una gioia e infine fare un’altra grande prestazione nell’ultima giornata ad Udine”. Per il futuro invece, si vedrà. Anche se Gonzalez in realtà un’idea già ce l’avrebbe: “Sto benissimo qui e ho ancora 2 anni di contratto. Però posso fare ancora meglio. Nel calcio non si sa mai ma io a Bologna sono felice”. Ora il costaricense è focalizzato sul recupero da un piccolo infortunio che l’ha costretto ai box nell’ultimo match in vista dei Mondiali dove, al termine di una stagione “che ci dovrà servire da esperienza per poter fare qualcosa in più nella prossima”, sarà protagonista con la sua Nazionale.


Un Mondiale alle porte: Costa Rica protagonista come nel 2014?


Carichissimo, il ‘Pipo’, in vista dell’inizio di Russia 2018. Sarà un Gruppo E bello tosto per la Costa Rica contro avversari del calibro di Brasile, Svizzera e Serbia. “Il Mondiale è il più grande evento di questo sport. Il calcio nel nostro paese è lo sport più importante e c’è tantissima passione”. Pensate che quando gioca la Nazionale “si ferma tutto. Quando si vince, ancora di più. Per noi è importante dare un messaggio positivo alla nostra gente perché in tutto il mondo ci sono persone con problemi e grazie al nostro impegno in campo sappiamo di poter conferire loro serenità”. A casa Gonzalez si tifa forte per il ‘Pipo’: “Nella mia famiglia si riuniscono per vedere le partite e si prepara da mangiare per tutti. Guardare la tv e scorgermi in campo per loro è una soddisfazione enorme perché sanno che ho realizzato il mio e sogno. Per me è una responsabilità e un orgoglio rappresentarli”. Underdog ma fino ad un certo punto, los Ticos. Come accadde in Brasile: “Ne ho giocato già uno di Mondiale e so cosa significa. Non vedo l’ora di vedere le convocazioni ufficiali e di lavorare col gruppo perché abbiamo una buona squadra e possiamo giocarcela con tutti”. Di certo, non sarà una passeggiata. Anzi “sarà dura e contro il Brasile dovremo giocare la partita della vita per far bella figura e per dimostrare il nostro valore”. ‘Pipo’ lo sa bene: “Dobbiamo aver l’umiltà di capire che si gioca partita dopo partita senza commettere errori, in particolare nel primo match perché, secondo me, è il più importante”. Migliorare il risultato raggiunto coi quarti di finale persi solo ai rigori contro l’Olanda però sarà un’impresa titanica: “Logico, vorrei la semifinale e la finale ma pensiamo un passo alla volta e teniamo i piedi ben saldi a terra”. Quel che è certo è che di talento ne hanno da vendere: Navas, Ruiz, Gamboa, Acosta, Duarte e non solo. “La nostra stella è Keylor Navas: è un giocatore positivissimo, umile e d’esempio per come lavora. Anche altri giocatori però sono punti di riferimento visto che in tanti abbiamo accumulato esperienza giocando in Europa”. Un ciclo vincente nato quando “ad Italia ’90 raggiungemmo gli ottavi di finale. Ho un grande ricordo. Da quel momento la passione per il calcio è decollata e ora abbiamo una generazione importante formata da un mix di giovani e senatori. Ancora qualche settimana e poi sarà Russia 2018. Ebbene sì: beati loro. C’è l’energia giusta, positiva. Si percepisce. E il ‘Pipo’ è già carico a mille. Pronto a passare dal casado e i tortellini al… borscht russo per una nuova, grande sfida.



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