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Data: 27/09/2016 -

I gol rubati da Maccarone e la passione per LeBron, il "pulcino" Piu incanta con lo Spezia: "Ora sogno l'Europeo"

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Estate 2012: nelle radio italiane impazza un tormentone di Morgana Giovannetti. Il titolo del singolo è “Pulcino Pio”. Ad onor del vero va ammesso che al di là dell’assonanza simpatica tra le due parole (Pulcino e Pio), la canzone in sé non era esattamente da premio della critica di Sanremo. Nel 2012, o meglio nell’estate del 2012, Alessandro (Piu) è poco più di un pulcino, anzi da poco ha superato quella categoria che nel calcio comprende i ragazzini che vanno dagli 8 agli 11 anni. Ecco, a distanza di 4 anni, del “Pulcino Pio” non se ne sente più né parlare né la mancanza (e non si dica che sia del tutto un male), mentre tra radio, tv e giornali spopola il nome di un non più “pulcino”, Piu. Nell’arco di due settimane è diventato l’idolo in casa Spezia: primo gol tra i professionisti (arrivato dopo l’esordio in serie A, l’anno scorso con la maglia dell’Empoli) e subito dopo ha concesso il bis, sabato contro il Novara. “L’esordio in serie A ed il primo gol tra i professionisti - racconta Alessandro Piu a gianlucadimarzio.com - mi hanno regalato emozioni uniche, ma allo steso tempo diverse tra loro. Forse il primo gol è stata la gioia più bella anche se non dimenticherò mai il coro di tutto lo stadio quando hanno fatto il mio nome dopo la rete”. Alessandro è un ragazzo giovane, anzi giovanissimo. Appena vent’anni ed una carriera ancora tutta da vivere. Intanto cresce sotto i consigli di due bomber che di gol ne sanno qualcosa come Nenè e Granoche. “Provo a rubare tutto da loro anche perché mi aiutano tanto”, senza dimenticare la scuola fatta ad Empoli con Maccarone. “Con lui avevo un bellissimo rapporto: sia come calciatore che come uomo fuori dal campo è una persona eccezionale”. Oggi la sua strada porta dritto allo stadio Picco di La Spezia dove sogna di continuare a segnare con un obiettivo non troppo segreto. “Aspetto una chiamata in Under 21 da parte di Di Biagio. Ogni settimana lavoro con grande impegno anche perché quest’anno ci sono gli Europei che vorrei conquistare una maglia in vista della Polonia”. Anche perché Alessandro la sua convocazione in Under 21 l’ha già avuta l’anno scorso, nonostante sia appena un ’96. “Dopo aver saggiato cosa vuol dire respirare l’aria della Nazionale, il mio sogno e tornarci quanto prima”. Due gol sì, ma non si monta la testa. Proprio come quando ai tempi del settore giovanile dell’Empoli fu messo nel mirino da City e Atletico Madrid. “Non sono mai arrivate offerte concrete, questo va detto, ma sono cose che ti danno la carica e la motivazione per fare sempre di più. Ora però sono qui per dimostrare il mio valore”. Lo vuole fare anche grazie a Di Carlo che a detta sua “è un grande allenatore soprattutto perché mi parla tanto e mi spiega tutte le cose nei minimi particolari”. Nella vita privata niente play station, neanche in ritiro quando è in camera con il suo amico Signorelli, ma solo lavoro, famiglia e amore. “Anche l’ultimo gol l’ho festeggiato a cena con mia mamma e la mia fidanzata”. Lei vive ancora ad Empoli perché deve ultimare gli studi (quelli che invece Alessandro ha messo sempre al primo posto ai tempi del liceo) ma quando può lo raggiunge per il week end. “Lei mi aiuta molto e le devo tanto perché mi è sempre stata vicina nei momenti difficili e ora mi piace condividere con quelli di felicità”. Ancora un po’ di vita privata. “Numero di maglia per lei? No, avrei voluto il 22 come ad Empoli ma in Serie B spetta al secondo portiere, e così ho scelto il 23 in onore di LeBron James, mio idolo dell’Nba”. L’amico del cuore è Assane Dioussé. “A Empoli ho tanti amici ma con lui ho legato di più perché abbiamo fatto tutto il percorso insieme, dai giovanissimi nazionali siamo arrivati alla Serie A. E’ un fratello per me”. Eccolo qui Alessandro Piu: semplice e spontaneo come è giusto che sia un ragazzo di vent’anni. Ma occhio al suo cognome, vuoi vedere che tra qualche estate torneremo a cantare quel tormentone del 2012 cambiando solo una vocale alla fine?



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