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Data: 11/06/2017 -

Honved, Lanzafame: "Questo scudetto lo sento molto mio. Tornare in Italia? Difficile"

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Da Ferenc Puskas a Davide Lanzafame, l'Honved torna in cima al campionato ungherese. Vittoria che sa di Italia, con l'attaccante torinese e l'allenatore Marco Rossi grandi protagonisti dell'impresa: il titolo ai rossoneri dopo 24 anni. Lanzafame si gode le vacanze in Sardegna, nella sua casa di Capo Ceraso, ma racconta volentieri ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com l'annata fantastica vissuta in Ungheria. "Sì, c'è tanta Italia nello scudetto di questo storico club" - attacca con orgoglio Davide - "Io e il nostro allenatore Marco Rossi abbiamo fatto tanto per l'Honved. Portare il titolo dopo 24 anni alla società che fu di Puskas è motivo di grandissima soddisfazione".

Per te è arrivato anche il record, 11 gol in campionato: è più facile segnare nella Nemzeti Bajnokság I? "Segnare è difficile in qualsiasi campionato. Diciamo che rispetto alla serie A è un calcio meno tattico e con meno fisicità e ci sono pro e contro. Io posso giocare sia come prima che come seconda punta e ho avuto molta libertà tattica e ho sfruttato al massimo l'opportunità: è stato un anno fantastico. Partivamo come outsider per lottare al massimo per il terzo posto e poi con il passare delle giornate siamo riusciti in questa grandissima impresa". Come si vive in Ungheria? "Budapest è una città bellissima, sapevo dove stavo andando. Il calcio è vissuto molto più serenamente, con meno ansia e meno pressioni. Non ci sono ritiri prima delle partite e questo meraviglioso sport è vissuto come una passione, come è giusto che sia. Questo è uno dei motivi della mia scelta, oltre alla presenza di Marco Rossi. In Italia la viviamo in modo molto diverso. La differenza sul campo è il maggior spazio all'estro rispetto al tatticismo. Fuori dal campo la lingua mi ha dato qualche difficoltà, ma è la seconda più difficile del mondo quindi in parte sono giustificato (ride). Noi parlavamo in inglese, Rossi lo usa per comunicare con tutti e conoscerlo mi è stato di grande aiuto".

Come hai visto il movimento calcistico Ungherese? "In forte crescita, perché io c'ero già stato per 6 mesi nel 2013 e ho notato la differenza. Sono stati costruiti tanti stadi nuovi e quasi tutte le società se ne sono dotate: molti sono meglio di quelli di Serie A. Hanno capienze minori, 10-15 mila posti, ma sono moderni e molto belli. Anche gli allenatori sono quasi tutti stranieri e questo permette al calcio ungherese di arricchirsi di conoscenze nuove". Facciamo un passo indietro nella tua carriera. Tu sei cresciuto nella Juventus, come è nato il rapporto con i bianconeri? "Nella mia famiglia si mangia pane e calcio da sempre. A 6 anni feci un provino per il Torino, poi invece mi prese la Juventus. Ho fatto tutta la trafila del settore giovanile bianconero fino alla prima squadra: sono rimasto lì fino ai 19 anni. Per me giocare a calcio è sempre stato un sogno e come tutti i bambini mi immaginavo in serie A: sono stato bravo e fortunato a diventare un professionista. Però la Juventus non è la mia squadra del cuore: io sono sempre stato interista e il mio idolo è Luís Nazário de Lima, il vero Ronaldo".

Con te in quegli anni sono cresciuti anche Marchisio, Giovinco, De Ceglie: che rapporto è rimasto? "Ci sentiamo spesso, non solo con i più famosi, ma anche con tanti altri ragazzi che giocano in Lega Pro. Con Claudio Marchisio e Sebastian Giovinco, con i quali ho giocato l'anno di Del Neri, ci salutiamo volentieri quando ci incrociamo. C'è stima ed è rimasta amicizia, ma noi siamo come 'zingari', giriamo sempre, a volte per il mondo: difficile mantenere i rapporti. Ognuno ha fatto la propria strada. Però non ci siamo scordati degli anni della Primavera e sei mesi fa abbiamo aperto una chat su Whatsapp dove ognuno di noi ha raccontato la sua storia: una cosa molto simpatica". E di Del Piero che ci racconti? "Ero giovane e Alex era la stella della Juve: l'ho sempre guardato con grandissimo rispetto. Così come mi è capitato con gente come Panucci, Crespo, Miccoli: giocatori fantastici. Alessandro oltre a essere stato un grandissimo campione è una persona eccezionale, ha sempre saputo come comportarsi con i giovani: mi ha sempre riempito di consigli. E poi si scherzava tantissimo con lui, conservo un ricordo stupendo del Del Piero calciatore e di quello uomo: sono stato fortunato a conoscerlo. Uno da poche parole e tanti fatti e la sua storia parla per lui. Ha sempre insistito su un punto, di crederci sempre, anche quando le cose non mi riuscivano: una frase semplice, ma molto efficace".

Come è nata la conoscenza con Rossi? "Qualche anno fa. Con Rossi c'è stima assoluta e sia con lui che con Cosimo Inguscio, l'allenatore in seconda, ho un rapporto speciale. Sono stati dei secondi padri e mi sono stati sempre vicino nei momenti difficili, perché non è semplice comprendere una cultura e una mentalità diversa come quella ungherese. Loro sono 5 anni che stanno in Ungheria e mi hanno supportato, anzi, in certi momenti sopportato quando ho avuto degli sfoghi: mi hanno sempre sostenuto. A fine anno ho mandato un messaggio a Rossi e l'ho ringraziato non solo perché ha creduto nelle mie qualità in campo ma anche nell'uomo dandomi la possibilità di esprimermi al massimo: spero di averlo ricambiato nel migliore dei modi". Come si passa il tempo libero a Budapest? "Il mio hobby preferito è godermi mia moglie e le mie tre figlie, Sofia, Elisabetta e Anna Joelle: mi hanno cambiato la vita. Poi a Budapest abbiamo avuto la fortuna di conoscere Marco e Enrica e siamo diventati molto amici e passiamo gran parte del tempo libero con loro: adesso, ad esempio, siamo in vacanza insieme. Poi mi piace molto nuotare, mi aiuta a raccogliere i pensieri: penso in cosa migliorare e come indirizzare la mia vita".

Futuro? Speri un giorno di tornare in serie A? "Vedo difficile un ritorno in Italia, anche perché ho altri due anni di contratto. Quando sei all'estero non è mai semplice tornare e io lo sapevo: ho fatto una scelta di vita. Sto alla grande all'estero e spero che con l'Hoved, o con qualche altra squadra,possa arrivare anche l'Europa. Adesso abbiamo i preliminari di Champions, anche se sappiamo che è molto difficile. Ma il fatto di esserci e di poterceli giocare è già una grande soddisfazione". E Lanzafame farà di tutto per centrare una nuova impresa.



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