Due anni fa l'Hellas stupiva l'Italia, con Toni e Iturbe che davano spettacolo in giro per i campi della serie A. Tutt'altra storia in questo campionato, dove Toni è rimasto a lungo fuori per infortunio e la squadra del bomber modenese è ultima in classifica. "Non mi aspettavo assolutamente questa situazione – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport - Il calcio a volte ti regala cose inaspettate. Sia belle che brutte. A questo punto non abbiamo più niente da perdere e possiamo andare a giocarcela ovunque. Per restare in A servirebbe un’impresa, qualcosa di straordinario, ma nessuno vuole mollare". Prossimo avversario la Roma: "Per come era partita, per quanto aveva speso e per la piazza che ha alle spalle, tutti si aspettavano di più. Io compreso. Spalletti? Conosce l’ambiente e ha voglia di tornare in Italia e di rimettersi in gioco. Vedrete che non sbaglierà. A Roma, per me, sono stati 6 mesi fantastici e sarei rimasto volentieri se la società non avesse fatto altre scelte. Rischiammo di vincere lo scudetto, ma di fronte ci trovammo l’Inter di Mourinho che era nella sua stagione di grazia. Quel tricolore lo avremmo meritato noi per la rimonta che facemmo. Mi è rimasta dentro una grande amarezza perché uno scudetto vinto a Roma vale come 10 conquistati in un’altra piazza. Totti? Lui è un grande e un amico. Il problema è che tutti mi chiedono sempre... la sua maglia. Anche stavolta hanno già iniziato a stressarmi e ne deve regalare almeno tre o quattro. Se vuole iniziare a prepararle...".
Due allenatori in particolare non erano proprio in sintonia con Toni: "Cavasin al Fiorenzuola, in C1, non mi faceva mai giocare, ma soprattutto trattava male me e gli altri giovani. Van Gaal al Bayern, però, ha fatto peggio: voleva a tutti i costi litigare con me, Lucio e Ribery perché eravamo amati dalla gente. Aveva in mente di portare i suoi uomini ed è riuscito a farmi andare via. Odia i latini". Al Bayern Toni ha incrociato Soriano: "E' un esempio per i giovani. Lui al Bayern era nella squadra dei giovani e si allenava con la rabbia e la voglia di chi puntava ad arrivare. Molti ragazzi invece si credono già affermati perché indossano la maglia di una Primavera importante. Soriano si è fatto con il lavoro e gli allenamenti in palestra. In una grande giocherebbe ancora meglio che nella Sampdoria". Higuain? Anche Toni incorona la stella argentina: "E’ il più forte centravanti che c’è adesso in Italia e con Sarri che gli dà fiducia è arrivato al top. Ha il gol nel sangue come Icardi che anche quest’anno arriverà a quota 20 reti. Il nuovo Toni? Ha caratteristiche diverse, ma a me piace tanto Gabbiadini. Sta giocando poco al Napoli, ma in qualsiasi altra formazione sarebbe titolare".
Su Balotelli: "I grandi attaccanti si giudicano per i gol e gli assist. Balotelli è forte, ma di lui si parla troppo per quello che fa fuori dal campo e poco per le sue prestazioni. Maradona era un matto, ma ti trascinava alla vittoria. Mario non lo fa ed è un peccato perché le qualità le ha. Per tornare al top gli deve scattare qualcosa dentro". Ritiro? Forse a fine stagione potrebbe arrivare il triste annuncio: "Prima o poi dovrò smettere e quel giorno si sta avvicinando, ma non so se accadrà al termine di questa stagione: dipende anche da come finirà e da come starò fisicamente. Comunque ci penserò a giugno. Di certo voglio rimanere nel mondo del calcio: ci lavorano troppe persone che non capiscono niente e io credo una certa esperienza di averla maturata. Ruolo? Non l’allenatore: troppo stress. Magari il dirigente o il procuratore". Corsa scudetto: "Penso che lo vincerà ancora la Juve. E’ più forte di tutti".