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Data: 02/01/2016 -

Hellas Verona, Toni: "Io e Mandzukic gli ultimi '9' classici rimasti. Mercato? Può cambiare gli equilibri"

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Otto punti in classifica dopo diciassette giornate. L'ultimo posto in serie A non può che essere diretta conseguenza dei risultati colti dal Verona, ancora a secco di vittorie questo campionato. Otto sono anche i punti che separano dalla diciassettesima posizione, l'ultima utile a evitare la retrocessione, attualmente occupato dal Genoa. Salvezza possibile? Luca Toni ha la ricetta giusta per puntare all'impresa: "Questa squadra non è da ultimo posto - si legge nelle pagine di Tuttosport - e possiamo fare punti ovunque. Il mercato è aperto e potrà cambiare gli equilibri. Infine Delneri è bello carico e l'ho visto molto motivato, anche perché era un po' di tempo fuori dal giro e ha voglia di tornare nella mischia". La rimonta deve cominciare con la peggiore delle avversarie, la Juventus di Allegri: "Meglio trovare i bianconeri dopo le feste, magari qualcuno non è ancora ben concentrato. Un bel test contro un avversario nettamente più forte, ma possiamo metterli in difficoltà. Mandzukic? Non sarà bellissimo da vedere, ma tra gol, assist e il mazzo che si fa per i compagni, lui lavora più di tutti. Io e Mario siamo tra gli ultimi centravanti classici, perché ora va di moda il falso nove". La Juventus affronterà in Champions l'altra ex di Toni, il Bayern: "I bianconeri possono fare bene perché sono abituati a difendersi e ripartite e il Bayern soffre un po' le squadre che si difendono e che hanno attaccanti veloci. La Juventus è sfavorita, ma i tedeschi sono preoccupati". Rivelazioni di questo campionato: "Napoli e Fiorentina hanno fatto un bel passo in avanti, poi c'è la Juventus che all'inizio ha faticato un po', perché aveva tanti giocatori che dovevano imparare quale è la mentalità che c'è a Torino e il fatto che lì sei costretto sempre a vincere. L'Inter non gioca bene, ma è cattiva e avevo pronosticato già a inizio stagione che potessero vincere il campionato". La Juventus rimane un rimpianto: "E' vero, ero andato in una grande società e ci sarei rimasto volentieri, mi sarebbe piaciuto fare di più di quello che ho fatto, perché non ho fatto quasi niente. Conte aveva altre idee e ho deciso di cambiare aria: ci sta di non piacere a un allenatore". Su Dybala: "Ha le potenzialità per diventare un grande attaccante, ma deve ancora dimostrarlo. Un grande attaccante, per 4-5 stagioni, fa almeno 20 gol. Se fossi un allenatore a fine anno tirerei una linea per  vedere gol e assist che mi fa un attaccante. Perché io preferisco uno che inciampa sul pallone e fa venti gol piuttosto che un giocatore che fa piroette e colpi di tacco e ne segna 10. A me piace tantissimo anche Morata: in prospettiva può diventare fortissimo". Futuro: "Tutti dicono che ho firmato per fare il dirigente, ma in realtà faccio il giocatore e non so se smetterò a giugno o nel 2017. Sono quattro anni che devo smettere e la decisione la prenderò in primavera: dipenderà molto da come andrà la stagione e da come starò, ovvero se avrò voglia di rimettermi in gioco. Allenare? No, troppo stressante. Tra i miei ex compagni vedo troppa gente esaurita".

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