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Data: 13/01/2016 -

Hellas Verona, Setti: "Non ho nulla di cui vergognarmi, con questa situazione tanti giocatori non vogliono venire"

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Ultimo posto in campionato, zero vittorie in tutto il girone d'andata e una salvezza che adesso sembra davvero un'impresa. Stagione da dimenticare fino a questo punto quella dell'Hellas Verona, non è servito nemmeno l'avvicendamento in panchina tra Delneri e Mandorlini per dare una svolta all'ambiente gialloblu. Tra chi è stato oggetto  di diverse critiche c'è anche il presidente Maurizio Setti, che oggi è intervenuto in conferenza stampa per chiarire la posizione della società. "Sono molto dispiaciuto per la situazione che si è venuta a creare, il percorso sportivo purtroppo non ci sta dando ragione, ma adesso credo sia arrivato il momento di farsi sentire anche se avevo deciso di non parlare più - ha detto Setti - La stampa locale, in particolare, è andata sul personale, facendo veri e propri attacchi e non accuse sensate alla squadra. L'unica nota positiva sono i nostri tifosi, un vero privilegio. Non credo che mi debba vergognare, dovrei farlo se fallissi come società, se non riuscissi a pagare gli stipendi, non se finisco in Serie B. Ho già messo e metterò altri soldi, ma sono un piccolo imprenditore, non un arabo. Verona è una società che deve lottare ogni anno per rimanere in Serie A, ma può anche capitare che si vada in B, è successo anche a società come Torino o Genoa, non credo sia un discorso per cui vergognarsi. Sono sicuro del fatto che ciò che è stato portato avanti non andrà perso, da una stagione come quella attuale si impara e si cresce, ma mi piacerebbe che tutto ciò che è stato costruito non venga buttato via". Una stagione iniziata male e caratterizzata da tanta sfortuna, il Verona non è riuscito ad avere la meglio neanche nell'ultimo turno contro il Palermo: "Non mi voglio nascondere dietro la sfortuna, ma perdere con una squadra senza allenatore credo sia il massimo - continua Setti - Perchè stiamo andando così male? Sicuramente degli errori sono stati fatti, ma sarebbe sbagliato sparare su chi c'era prima, in primis su Andrea Mandorlini, che in cinque anni ci ha portato a livelli elevatissimi. A suo tempo il mister ha dato l'ok su tutto quello che è stato fatto anche in sede di mercato. Ovviamente un errore c'è stato altrimenti adesso non avremmo 8 punti, non era mai successo di non riuscire a vincere una partita anche per fortuna. Quando abbiamo avuto gli infortuni di Toni e Pazzini a catena avevo detto che doveva fare qualcosa lui, magari un cambio di modulo, purtroppo non ce l'ha fatta. Marquez probabilmente è stato un errore mio, consigliai a Sogliano di prenderlo, ma quest'anno ha reso ancora meno dell'anno scorso. L'acquisto di Pazzini non è stato fatto alla cieca. Quest'estate ci siamo seduti a un tavolo con Mandorlini e il direttore sportivo, l'allenatore ha detto al ragazzo di venire, ma ha chiarito che avrebbe giocato una sola punta, quella più in forma. Lui ha detto che gli andava bene. C'era la possibilità che Toni non potesse giocare tutte le partite, ma quando doveva giocare Pazzini non abbiamo avuto la possibilità di sfruttarlo. L'operazione comunque è stata ottima, abbiamo portato un giocatore che ha fatto 100 gol in serie A". E ancora sul mercato: "Viviani? Domenica è stato il migliore in campo, quando è arrivato non aveva la pubalgia, aveva un problema che si portava dalla fase finale degli europei. Non credo che non fosse integro, il suo è un discorso cronico. Rómulo si era già operato, era pronto, ha giocato 20 minuti con la Roma e poi è sparito. L'esonero di Mandorlini? Forse era da fare prima, ma il mio modo di ragionare non è come quello di Zamparini. Ci siamo confrontati e gli ho dato due o tre partite in più, fino a quel punto senza gli infortuni a catena poteva avere chances. Avrebbe dato il sangue, ma forse a quel punto non aveva più la cattiveria giusta". Chiusura sul mercato e sui prossimi obiettivi, Setti ha parlato delle difficoltà incontrate ad ingaggiare alcuni giocatori: "Come piazza Verona è da brividi, se scendiamo in Serie B è un obbligo fare una squadra per tornare subito in A. Le cose non le faccio tanto per fare, porto avanti un progetto importante, continuando il processo di ringiovanimento. O si fa come il Sassuolo che compra i giovani più forti, o si fa come noi che usiamo quelli del settore giovanile e li facciamo crescere. Quest'anno non ci siamo rincoglioniti, ma in questa fase non è facile fare mercato, perché a 8 punti tanti giocatori ti dicono 'mi piace la piazza ma non me la sento di venire'. Certo è che se comprando Pazzini, Rómulo, Viviani, Helander si dice che ci siamo indeboliti vuol dire che non avete collegato il cervello".


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