In 31 anni, di cui dodici a Napoli, ne sono successe di cose. E molte sono state già raccontate. “Qualcosa di nuovo però c’è, ed è rivolto a tutti i tifosi napoletani, dai più grandi ai più piccoli” ha assicurato Marek Hamsik, nella conferenza stampa di presentazione di Marekiaro, la sua autobiografia edita da Mondadori. Lo slovacco ha scelto di cimentarsi in questa nuova sfida, dove ha svelato storie inedite della sua vita.
A dover scegliere le istantanee più importanti dei suoi trascorsi napoletani, Hamsik non ha dubbi: “Le migliaia di tifosi che mi aspettavano. La vittoria della prima Coppa Italia. Il record di Maradona che ho battuto”. Un affetto immediatamente percepibile, quello dei tifosi azzurri. “L’ho avvertito dal primo giorno e non capita a tutti. Sono orgoglioso di questo rapporto con la città. Certo, è più complicato girarla per questo motivo e penso sia normale. Ma devo visitare ancora Napoli Sotterranea e il Vesuvio, e ci andrò presto” ha spiegato il capitano.
Spero vada ad Insigne, che è nato qui e ci tiene molto. È il vero capitan futuro. Lasciargli la fascia per lo scudetto? Me lo dovrebbe garantire” ha detto ridendo il centrocampista.
31 anni. Età giusta per cominciare a raccontarsi ma anche per progettare la vita oltre il calcio: “Forse anche quando smetterò, rimarrò a Napoli. Ho dedicato tutto a questa città e ne sono fiero. I miei figli giocano già a calcio e anche bene, spero che uno di loro riesca a diventare professionista. Poi cerco di essere presente nel loro percorso, li accompagno. Ora ho una scuola calcio in Slovacchia, chissà che un domani non sia lì il mio futuro. Ma intanto ho ancora qualche anno da calciatore”. E i buoni propositi per la stagione appena iniziata non sono cambiati: “Il sogno è lo stesso, la città lo merita”.