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Data: 18/04/2024 -

Halilovic: "Milan, mi aspettavo una chance. Posso ancora fare il grande salto"

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Alen Halilovic si racconta ai nostri microfoni: dalla sua sfortunata avventura al Milan, all’addio al Barcellona. Con uno sguardo al futuro...
Alen Halilovic si racconta ai nostri microfoni: dalla sua sfortunata avventura al Milan, all’addio al Barcellona. Con uno sguardo al futuro...

Abbiamo intervistato in esclusiva Alen Halilovic, ex promessa del calcio europeo con un passato, tra le altre, nel Barcellona e anche nel Milan, dove ha giocato dal luglio 2018 al gennaio 2019. Oggi è compagno di squadra di Marko Lazetic (attaccante di proprietà proprio del Milan) nel Fortuna Sittard in Olanda dove Halilovic si sta rilanciando dopo annate in chiaroscuro in giro per il mondo. 

  

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"Io il nuovo Modric? Ho dovuto crescere con tanta pressione"

A inizio carriera, quando giocava ancora nella Dinamo Zagabria, era stato definito il 'nuovo Messi' e l'erede di Modric. Halilovic ci ha spiegato che gli accostamenti a due fenomeni del calcio come Lionel e Luka sono stati un’arma a doppio taglio. "I paragoni con Messi e Modric non mi hanno fatto male, ma magari mi hanno messo pressione addosso quando ero giovane. Quando le cose in campo vanno bene tutto è perfetto. Però quando sei in difficoltà ti feriscono il doppio. Ma questa è la mia carriera e non cambierei nulla."

Questo però è il passato, oggi Halilovic guarda avanti. "A 27 anni, ho ancora 8-9 anni di carriera davanti e vediamo cosa mi riserverà il futuro. Sono concentrato e quest'anno sto avendo un’ottima stagione qui al Fortuna Sittard. Ho giocato quasi tutte le partite e voglio continuare così per poi fare il prossimo step l'anno prossimo".

"Lasciare il Barcellona fu uno sbaglio"

Ci sono poche cose che Halilovic rimpiange. Ma la decisione di voltare le spalle al club blaugrana  a titolo definitivo per andare al Hamburger SV nel 2016 ancora oggi lo perseguita. "Che errore lasciare il Barcellona! In quel momento pensai di aver preso la decisione giusta ma col senno di poi sarei dovuto rimanere in Spagna, andare da qualche parte in prestito lì e lottare. Ma all'epoca vidi di buon occhio il trasferimento all'Amburgo per il progetto che volevano costruire intorno. E poi mi volevano davvero tanto. Fu una cavolata..."

 

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Halilovic doveva vedersela con Xavi e Iniesta nella sua posizione. Una concorrenza difficile da superare. "Non era facile ma ho fatto una bellissima stagione nella La Liga con 36-37 partite all'attivo (allo Sporting Gijon ndr). Al Barca, Ivan Rakitic fu colui che mi aiutò più di tutti perché è croato come me e ci conoscevamo dalla nazionale".

Quindi meglio Xavi o Iniesta? Halilovic non ha dubbi: "Io scelgo Busquets, un giocatore sottovalutato da tifosi che non conoscono niente di calcio. Parliamo di un calciatore che giocherebbe con ogni allenatore"

"Senza polmonite sarei andato in Arabia"

Negli ultimi anni è stato fermato da gravi problemi di salute. Halilovic: "Avevo offerte economiche importanti dall'Arabia Saudita quando mi ammalai di polmonite. Nel 2022 decisi di tornare in Croazia (al Rijeka ndr) perché avevo bisogno di una stagione intera ma poi le cose si sono complicate perché appunto sono stato colpito da una polmonite. Non potevo allenarmi per due mesi, non era facile. Poi su di me c'erano tante attese e il club era in difficoltà. Presi la decisione di andarmene".

"Milan? Ero parte del nuovo progetto, poi..."

Halilovic è poi tornato a parlare di Milan, dove collezionò appena tre presenze e tutte in Europa League. "Mi avevano preso Mirabelli e Fassone. Mi raccontarono di voler costruire una squadra con giocatori giovani perché il club era in difficoltà. Avevo parlato anche con Gattuso che mi riteneva parte del progetto. Però poi dopo tre settimane cambiarono i dirigenti e presidente. Mirabelli e Fassone lasciarono e il club investì tanti soldi, comprando molti nuovi giocatori. Realizzai subito che per me non c'era più spazio".

 

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"Chiesi a Gattuso: ma perché non gioco?"

Per l'allora allenatore rossonero Rino Gattuso il centrocampista croato era fuori dal progetto tecnico, con Lucas Biglia, Franck Kessiè, Tiemoué Bakayoko e Jack Bonaventura i titolari a centrocampo.  Halilovic ha proseguito: "Parlai tantissime volte con Gattuso, chiedendogli 'Mister ma perché non mi fai giocare?'. Siccome in allenamento feci bene, non capii i motivi. Ma è ovvio che guardando indietro non poteva dirmi la verità. Mister Gattuso mi ripeteva sempre che doveva provare altri giocatori perché la rosa si era allargata. Un giorno venne da me e mi disse: 'È vero che ti avevamo promesso più spazio di ma abbi pazienza". E magari se avessi avuto più pazienza avrei avuto la mia chance. Ma decisi lo stesso di andarmene allo Standard Liège quando realizzai che il club non contava su di me. Penso che avrei meritato una chance soprattutto perché i risultati del Milan non erano buoni. Gattuso era alla ricerca del modulo migliore per la squadra, ma alla fine le cose non hanno funzionato. Ma tocca dire che non era facile per lui perché ci sono stati troppi cambiamenti all'interno del club. C'è stato una viavai di calciatori, il club prese calciatori sui quali puntava per aprire un ciclo come Paquetà".

"Gattuso grande uomo, con me è stato corretto"

Quindi Halilovic ci ha parlato del suo rapporto con Gattuso. "Direi molto buono, con me è stato corretto e onesto. Mister Gattuso è un duro, con lui in allenamento devi sputare sangue e quando ti da una chance devi essere pronto. È stato importante per la mia crescita. Dopo il Milan andai in Olanda (al Heerenveen ndr) dove feci benissimo. Rino è una grande persona."

"Non sono un flop rossonero"

All'epoca per la stampa e tanti tifosi rossoneri, Halilovic è stato definito un bidone ma lui non ci sta. "Non penso di essere stato un flop al Milan per il semplice motivo che non mi sono state date opportunità. Se avessi steccato 5-10 partite, ok. Il motivo per cui andai al Milan era proprio perché mi avevano promesso di giocare almeno venti partite. E io mi sono detto che quel numero era abbastanza per dimostrare le mie qualità. Se poi non fossi stato all'altezza, ciao. Altrimenti l'avventura prosegue. Ma purtroppo non è stato il caso e devi accettarlo perché fa parte del calcio".

"Leao è il migliore al mondo nel suo ruolo"

Sul miglior giocatore con cui ha giocato al Milan, Halilovic non ha dubbi: "Mi piacevano molto Leao e Brahim Diaz coi quali mi allenai durante le pre-seasons. Oggi Rafa è il miglior esterno sinistro d'attacco al mondo. E a me piaceva non solo come calciatore ma soprattutto come persona perché è un ragazzo d'oro, sempre positivo e che aiuta sempre i più giovani. Lo rispetto molto".

 

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Sulle critiche a Rafa, Halilovic ha proseguito: "È normale che la gente da Rafa si aspetta sempre di più. Ma non dimentichiamo che ha dato tanto al Milan. Ha portato uno Scudetto e quell'anno fu probabilmente il miglior rossonero. Per nessun è facile essere criticati ma nel calcio sono stati fischiati giocatori come Messi e Cristiano Ronaldo... fa parte di questo sport".

"Calhanoglu all'Inter? Decisione giusta"

Poi sull'ex compagno Hakan Calhanoglu passato all'Inter ha detto: "Con lui non ne abbiamo mai parlato ma Calha ha preso la miglior decisione per la sua carriera. Con l'Inter ha raggiunto una finale di Champions League ed è ad un passo dal vincere lo Scudetto. Penso che la decisione di andare dal Milan all'Inter abbia 'pagato'. Io al suo posto non so cosa avrei fatto. Ma è difficile giudicare non sapendo quale sia stato il suo rapporto con il Milan allora".

"Dybala? Sono molto simile a lui"

Oggi va in onda il ritorno dei quarti di Europa League tra Roma e Milan e per Halilovic non c'è una favorita vera e propria nonostante il vantaggio giallorosso. "La Roma sta facendo bene, è una squadra che è dura da affrontare perché hanno alcuni top player. Io personalmente sono un fan di Dybala, siamo molto simili come giocatori quanto a posizione, essendo entrambi dei numeri dieci e 'Falsi Nueve'. Occupiamo le stesse zolle in campo e ci muoviamo tanto. Paulo è un grande che ha vinto tutto. Detto ciò, il Milan ha dimostrato nelle ultime partite all'Olimpico che può farcela. È una partita da 50 e 50, non credo che sarà una gara aperta e forse un solo gol sarà decisivo. Sarà una di quelle classiche partite 'italiane', molto difficili tatticamente. Mi auguri che vinca il migliore".

 

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Quindi come club è più grande il Milan o il Barcellona? Halilovic: "Dipende dalle annate, dai calciatori e dalle generazioni ma quando era al Barcellona c'era Messi e per tutti era il più grande di sempre. Ma del club rossonero mi ha colpito la sua grandezza... diciamo che sia Milan che Barcellona fanno parte dei cinque club più grandi della storia".

"Io in Italia? Perché no?"

Per una leggenda del calcio olandese come Rafael Van der Vaart, l'Ajax dovrebbe puntare su di lui per l'anno prossimo. Classe, tecnica, qualità tra le linee, killer pass, Halilovic ha tutto per sfondare ad Amsterdam. E riguardo al suo futuro ha annunciato che sarà la sua ultima stagione al Fortuna Sittard.

"In estate faccio il prossimo step, il nostro direttore sportivo ha già annunciato che me ne andrò. Probabilmente hanno già ricevuto delle offerte. Però non andrò in Arabia Saudita, l'obiettivo è rimanere in Europa. E io ho dimostrato che in Eredivisie posso far bene, poi per me questo campionato è il top! Penso che tra Heerenveen e Fortuna Sittard abbia fatto benissimo in Olanda finora. Quest'anno ho già fatto cinque gol e collezionato tanti assist ma la cosa più importante è il mio contributo in campo. E sono convinto che se giocassi in una squadra che domina le partite potrei mettere in luce ancora di più le mie qualità. Ma sono lo stesso felice. Io ho dato tanto al Fortuna e il club tanto a me ma adesso sono pronto per fare il prossimo step. Di nuovo in Italia? Perché no? La Serie A è un campionato che ben si addice alle mie qualità".

"Non sono riuscito a godermi il momento”

A parte lasciare il Barcellona c'è una cosa che Halilovic non rifarebbe? "Mettermi troppa pressione addosso, avrei dovuto godermi di più il momento. Ho giocato in grandi club e in tanti campionati diversi e se mi fossi divertito di più in campo, le cose avrebbero potuto prendere un'altra piega. Lo sbaglio che ho fatto è stato l'overthinking: pensavo troppo. E questo non va mai bene perché non ti godi niente".

A cura di Alessandro Schiavone

Tags: Milan



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