I due pareggi contro Inter e Sassuolo hanno rallentato la corsa del Milan di Gennaro Gattuso verso la Champions, i rossoneri devono tornare a vincere e soprattutto a segnare già nel complicato impegno di domenica prossima a San Siro contro il Napoli. Sulle colonne della Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante olandese Ruud Gullit ha analizzato il momento della sua ex squadra, concentrandosi proprio sugli obiettivi dei rossoneri per questo finale di stagione ma anche sull’assenza di due nazionali importanti come Italia e Olanda al prossimo Mondiale in Russia.
Tornato in Italia per essere inserito nella Hall of Fame del calcio italiano, l’olandese vede così il Milan del presente: “E’ cambiato. I tifosi rossoneri devono avere pazienza perché il calcio è un’onda e un momento sali al cielo, il momento dopo scompari. Poi torni a salire. I progetti dei rossoneri sono ambiziosi ma non sarà mai facile tornare a dominare il mondo. Come succedeva ai nostri tempi. Il motivo è semplice: i campioni non vengono più in Italia. Preferiscono la Premier, il Barcellona, il Real. Non è solo un problema di soldi. È una questione di fascino. Però c’è una società italiana che sta lavorando bene, la Juve: sa scegliere bene i giocatori. È questo il segreto per risalire la corrente”.
“Gattuso? Per giudicare un allenatore servono almeno tre anni - continua Gullit - però mi permetto di dare un suggerimento a Rino: la sua prima sfida deve essere quella di creare un gruppo forte. Di questo gruppo non conosco nessuno in maniera approfondita perché in Olanda non fanno vedere le partite di serie A. Ma leggo che ci sono dei giovani interessanti. Il Milan può vincere la Coppa Italia, i nuovi cicli hanno bisogno di una vittoria. Anche in un torneo non importantissimo, per trovare slancio. Il problema è che in finale c’è la Juve e i bianconeri sono forti. Credo che conquisteranno un altro scudetto. Il Napoli che sembrava una rivale molto temibile è in ritardo in classifica”.
“Quando io ero a Milano e battemmo il Como segnando tanti gol pur essendo rimasti subito in 10 uomini capimmo di avere una squadra capace di vincere tutto. Dimostrammo di essere qualcosa di diverso per il calcio italiano e poi dopo ogni successo volevamo sempre di più”. Infine una battuta anche sulle due nazionali: “Italia e Olanda hanno due storie diverse. Voi risalirete presto, noi siamo un paese piccolo e i nostri ragazzi di talento se ne vanno già a 15-16 anni in Inghilterra o in Germania. Però nei grandi club esteri hanno poco spazio e buttano via del tempo. Poi noi abbiamo il problema dei troppi campi sintetici…”, ha concluso l’ex attaccante olandese.