Una simbiosi con la città, un sogno che si rinnova…un anno dopo! Dodici mesi fa il Gubbio festeggiava il ritorno in Lega Pro, sabato giocherà il primo turno dei playoff per la Serie B. E’, forse, questa l’essenza più intima del calcio, quel non smettere mai di sognare (e di crederci) che caratterizza – o almeno dovrebbe – ogni sportivo. Campionato brillante, al di sopra di ogni aspettativa. Sesto posto, cinquantotto punti: soddisfazione, entusiasmo, euforia. Una città intera che trasuda voglia di sognare.
Favola, rivelazione, sorpresa…cambiando l’ordine degli addendi il risultato rimane il medesimo. Con quelle splendide colline umbre, quel verde panico a far da sfondo ad un’annata che a prescindere dal finale, i nonni racconteranno ai nipoti e così via. Perché quando c’è entusiasmo e condivisione il risultato finale passa in secondo piano. A Gubbio il calcio è tornato ad essere aggregazione, motivo di unione e, giustamente, di vanto. Il segreto? L’eugubinità. Che dal presidente Notari al magazziniere caratterizza tutti. Rispetto, ma non timore. Umiltà, ma coraggio. Testa bassa, ma ambizione. “E poi un pizzico di sana incoscienza che fa sempre bene. Sono stati diciotto mesi bellissimi a partire dalla promozione dello scorso anno, probabilmente non ci siamo nemmeno resi conto di quello che abbiamo fatto. E non vogliamo fermarci proprio ora…”. Parole del direttore sportivo Giuseppe Pannacci: eugubino, tifoso, appassionato. “I playoff quest’anno sono una maratona, un campionato nel campionato ma nelle gare secche può sempre succedere di tutto. Noi siamo giovani e spensierati. Guardiamo a Como e Pisa…”.
Ottimista, sicuro, sincero. “Mi sto lasciando avvolgere dall’entusiasmo che in questi giorni caratterizza la città”. Calcio e non solo, una ricorrenza speciale in una settimana altrettanto speciale… “Il 15 c’è la Festa dei Ceri, l’evento più importante dell’anno per noi eugubini. Si vive insieme, si mangia insieme, si festeggia insieme. E’ ciò che più di ogni altra cosa caratterizza la nostra città, per le vie di Gubbio c’è un’atmosfera bellissima, magica. E questa ricorrenza – racconta Pannacci ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – deve darci una spinta in più. Domenica scorsa abbiamo portato i ceri in piazza e il 15 li riporteremo dal nostro patrono. La partita contro la Sambenedettese sarà una festa per la nostra città”.
Nei bar non si parla d’altro: ceri e playoff. C’è veramente un qualcosa di magico a contornare la piccola realtà umbra, una sorta di sabato del villaggio. Perché la felicità è nell’attesa del domani, nel pensiero rivolto alla domenica… “E anche in qualche talismano che c’ha portato fortuna nel corso della stagione e che riveleremo soltanto alla fine. Il nostro motto è collaborazione e condivisione. E’ ciò che caratterizza la squadra, è ciò che da secoli avvolge la nostra splendida città”.
E, allora, che questa festa continui, che l’aria possa esser sempre così baldanzosa e festosa. Perché il calcio dev’esser questo: aggregazione, condivisione. Dev’esser il bambino che gioca in piazza con la maglia del proprio idolo, i più anziani che sorseggiano un caffè al bar e ricordano risultati, giocatori, imprese. Che Gubbio, così come tutte le altre piccole e belle realtà, possa esser un perpetuo sabato del villaggio...