Roma, Fiorentina e Torino. Uno scudetto in maglia granata, il trionfo in azzurro ai Mondiali del 1982: sempre allo stesso modo, sempre a suon di gol. Ciccio Graziani, oggi 65 anni, racconta Roma-Fiorentina con occhi diversi, quelli di chi, con quelle maglie addosso, fece innamorare migliaia di tifosi. “A Firenze ho passato un periodo speciale della mia carriera. Calcisticamente sono cresciuto ad Arezzo, anche mia moglie è di lì. Vivevo in una piazza che mi piaceva e mi faceva stare bene, furono anni bellissimi - racconta Graziani sulle pagine del Corriere dello Sport - poi, un giorno di estate, in Nazionale spiegai a Bruno Conti che in viola non mi trovavo più tanto bene. “Ne voglio parlare con il presidente”, mi rispose. Dieci giorni dopo arrivò l’offerta dei giallorossi”.
Oggi, alle 18, Roma e Fiorentina si affronteranno: “Per chi tifo? Immaginate di mettermi davanti tre figli, il terzo si chiama Torino. “A chi vuoi più bene?” - scherza Graziani - cancellerei volentieri partite come queste, a volte faccio casino e finisco per tifare per entrambe. Spero però che, alla fine, vinca il migliore”. Dopo il 4-1 del Camp Nou, di certo, il morale della Roma non sarà alle stelle… “Fare tre gol al Barcellona senza prenderne neppure uno sarebbe un’impresa titanica. Ma per mettersi in queste condizioni, la Roma ci ha messo del suo. Se da un lato i blaugrana erano in formissima e la fortuna ha dato loro una grossa mano, dall’altra almeno una delle due autoreti poteva essere evitata. Poi Gonalons che prova a stopparla (sul quarto gol del Barça, ndr)… Mi hanno fatto arrabbiare!”.
Il flop di Roma e Juve in Europa, però, altro non è che un’amara conseguenza del momento-no del calcio italiano. “Siamo in crisi, è vero - spiega Graziani - il problema principale è che stiamo bloccando la crescita dei talenti. Niente più Baggio, Del Piero o Totti, una grande generazione sta uscendo di scena e la nuova fatica ad affermarsi. E’ colpa delle scuole calcio, che allenano la corsa, il fisico e la velocità, mettendo in secondo piano il talento. Altrimenti non ci si spiega per quale motivo l’unico giocatore fantasioso che ci è rimasto, Insigne, non trovi spazio nell’11 titolare in Nazionale. E’ l’unico che salta l’uomo con facilità e ti potrebbe portare in superiorità numerica da un momento all’altro. Eppure…”.
I numeri 10 si stanno estinguendo. E i… “Ciccio Graziani”? Forse ce ne sono ancora. “Uno che mi somiglia c’è…. - spiega Graziani - il Gallo Belotti. Interpreta la partita come facevo io, spesso si sacrifica e rincorre gli avversari. Anche fisicamente abbiamo le stesse caratteristiche, perciò…”
L'intervista completa sul Corriere dello Sport.