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Data: 22/05/2016 -

"Gracias, Diego", eternamente Principe: Milito saluta il calcio con un gol ed un mare di lacrime

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Gol segnati nella seconda parentesi al Racing? 22. Numero di maglia indossato? 22. Giorno del ritiro dal calcio giocato? 22 (Maggio), almeno in Italia. Data di Santa Rita, a cui Diego Alberto Milito, insieme a Javier Zanetti e ad una colonia argentina dell'Inter particolarmente devota, si rivolse allo scoccare della mezzanotte pre finale di Champions League a Madrid, alla ricerca della più grande gioia sportiva in carriera. Una nottata sognata e capace di far sognare, distante ormai sei anni ma ancora, indelebilmente presente nella memoria nerazzurra di chiunque. La notte in cui Milito divenne per sempre Principe, d'Italia ed Europa, marchiando con i baci più belli un Triplete storico: Roma, Siena, Madrid, 4 gol nelle tre partite decisive per alzare un trofeo dopo l'altro. Oggi, invece, le lacrime di gioia si sono trasformate in malinconia: sentimento predominante se a 36 anni, dopo essere ripartito dove tutto iniziò nel 1999, decidi di dire addio ad un mondo del calcio del quale hai fatto parte, da protagonista indiscusso e da implacabile rapace dell'area di rigore. 22, sempre e comunque, denominatore comune di una carriera da urlo. Sul calendario, nella classifica cannonieri e sulla maglia, petto e schiena, riempito per un'occasione speciale con le foto dei suoi figli per salutare la gente di Avellaneda nel miglior modo possibile: il Temperley come ultima vittima, tra un rigore perfetto ed un altro sbagliato, per poi lasciare spazio alle emozioni suscitate da un "Cilindro" tutto esaurito, solo per dirgli "Gracias, Diego". Standing ovation da brividi al minuto 22, indici puntati verso la curva, mano sul cuore e pianto trattenuto, ma solo momentaneamente. Perchè al fischio finale, ogni muro verso le emozioni crolla, inevitabilmente: via ad un mare di lacrime e agli abbracci con i compagni, pronti a sollevarlo in aria e a celebrarlo con una targa simbolica per un'ultima volta sul terreno di gioco. Vivendo gli ultimi istanti sportivi di una leggenda partita da Bernal e capace di conquistare il mondo, a suon di gol: da Avellaneda a Genova, da Saragozza a Milano, per oltre 200 volte. Restando sempre, ed eternamente, Principe del gol.  


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