Rimessa laterale in zona d’attacco, passaggio al compagno che si invola sulla fascia, tocco all’indietro per l'attaccante che insacca facilmente. Tutto regolare? Forse, visto che in campo c’erano due palloni.
Il quinto gol dell’Australia, nella partita contro la Giordania valida per le qualificazioni alla coppa del mondo, offre un’interessante casistica per il mondo del calcio.
Siamo al 68’ minuto e il risultato è già ampiamente deciso, con gli oceanici che conducono per 4-0: Smith contrasta Al Bakhit e, mentre il pallone continua la sua corsa oltre la linea laterale, un raccattapalle australiano velocizza l’azione dando immediatamente un nuovo pallone a Smith; nel frattempo, Al Bakhit ha recuperato la sfera e la getta in campo. Prima di proseguire con il racconto dell’accaduto, è bene andare a vedere cosa dice il regolamento del gioco del calcio in merito a queste situazioni:
Regola n.5, l’arbitro, poteri e doveri: se un secondo pallone, un altro oggetto o un animale entrano sul terreno di gioco durante la gara, l’arbitro la deve interrompere soltanto se (l’elemento esterno) interferisce con il gioco. [...] Se un secondo pallone, un altro oggetto o un animale entra sul terreno di gioco durante la gara senza interferire con il gioco, l’arbitro dovrà farlo rimuovere il prima possibile.
Ora che sappiamo qual è la condotta giusta che l’arbitro deve assumere, possiamo riprendere il filo dell’azione: nel momento in cui Smith rimette in campo il pallone e permette a Oikonomidis di servire l’assist per il gol di Luongo, il secondo pallone lanciato in campo da Al Bakhit non sembra trarre in inganno nessuno, tanto da finire la sua corsa a più di 30 metri dalla porta della Giordania. L’arbitro, il sudcoreano Kim Jong-Hyeok, convalida la rete senza esitazioni.
Un precedente altrettanto curioso è quello risalente al 2012, quando nella partita del campionato finlandese tra Haka e HJK Helsinki, l’HJK segnò un gol mentre si stavano svolgendo due azioni differenti a 50 metri di distanza. Anche in quel caso l’arbitro convalidò la rete, scatenando le proteste dei calciatori dell’Haka. Ciò che è accaduto in Australia rasenta la regolarità e fa da manifesto a tutte quelle situazioni limite in cui l’arbitro, chiamato a interpretare l’azione in un decimo di secondo, può fare affidamento solo su se stesso. Un gol del genere non è stato il primo e non sarà l’ultimo, perlomeno finché il regolamento non si esprimerà con maggior precisione per definire queste dinamiche di gioco.
Andrea Zezza
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