“Tutti sono consapevoli che questo è solo l’inizio di qualcosa di più grande. Per la Goa7 League ora non si può che crescere”. Così scrivevamo meno di un anno fa. Il torneo era appena partito ed era difficile aspettarsi un successo del genere. 9 mesi e milioni su milioni di visualizzazioni dopo, la Goa7 League si è ormai affermata ed è uno dei contenuti di punta del web italiano. “Noi siamo partiti con l’intento di fare solamente una diretta Twitch dignitosa su un campo da calcio, che fino a quel momento non era mai stato fatto”, così ci racconta Il Pancio, uno dei general manager del torneo insieme a Homyatol. Tutto come quando era partita la loro carriera sui social, semplicemente una telecamera e una passione.
"Gli sport classici hanno metriche troppo vecchie per Internet"
“La Goa7 è nata dopo che avevamo visto partire la Kings League”, continua Andrea Panciroli (fa strano chiamarlo così, lo sappiamo). “Si era già parlato di un suo arrivo in Italia e avevamo saputo i vari personaggi che ci sarebbero stati, tra cui Elettra Lamborghini. Gente che non era nata sul web. Quindi ho pensato, perchè non farcela tra noi, tra content creator”. Neanche la Kings League aveva fatto tutto di sana pianta: “È un modello di business che già andava forte in Giappone con i Savannah Bananas, una squadra di baseball. Hanno notato che gli sport classici hanno delle metriche troppo diverse per il mondo di Internet. Loro le hanno cambiate”. L’idea iniziale era quella di creare un torneo di fine anno tra canali Twitch sportivi. “Poi coinvolgendo Homy sono venuti fuori nomi anche extra calcistici. Siamo partiti facendo una sorta di maratona con la Summer Cup ed è andata molto bene”. Da lì poi la Winter Qualifier e la Winter Season, che si chiuderà l’8 e il 9 marzo con le Finals.
"Noi abbiamo il coltello dalla parte del manico"
Il paragone con la Kings League è inevitabile: “È troppo seria, se te la devi vedere guardi la Serie A. Noi eravamo partiti con regole molto simili alle loro, ora non ce n’è rimasta neanche una. Anzi, per primi abbiamo introdotto la Battle Royale e ora la utilizzano anche loro”. Ma c’è una differenza sostanziale: “Piquè parte con 3 milioni solo per farsi lo stadio e non punta a fare intrattenimento. Non è il nostro imprinting. Noi veniamo dal basso e da un mondo diverso, non abbiamo i contratti milionari di Piquè”. Una cosa del web fatta per il web, come non si vedeva da un po’: “Abbiamo messo tutti i presidenti come soci della Goa7, senza coinvolgere agenzie, per avere l’utopia di provare a creare insieme quello che volevamo noi. Perché, quando arrivano determinati sponsor, non puoi più fare quello che ti pare. Ora siamo noi ad avere il coltello dalla parte del manico”.
Le squadre come status sociali e il cambiamento del calcio tradizionale
Un anno fa parlavamo di rivoluzione, ma “il calcio tradizionale resterà sempre così”. Un aspetto di quel mondo però la Goa7 vorrebbe riprenderlo: “Oggi i giocatori e i presidenti sono già in questo roleplay delle rivalità, e ora dobbiamo far entrare i tifosi. Il calcio normale ha scontri che sono nati in decenni perché hanno dei pregressi. Avendo una lega nuova stiamo cercando di creare questi pregressi, è un progetto che va visto a lungo termine. Vogliamo che i tifosi immaginino le squadre come status sociali. Non è per città, ma per sensazioni”. E Homy aggiunge: “anche nei singoli si identificano. Non avendo le città dobbiamo riuscire a far entrare i tifosi cercando di esaltare l’anima di quella squadra”.
Dove cambia quindi la Goa7? “Non puntiamo al calcio troppo tecnico, ma a un ibrido tra intrattenimento e campo, con entrambe le parti che si equivalgono”. Lo spettacolo all’italiana di cui parlavamo a giugno. “Coinvolgiamo tante verticalità facendo un melting pot dei vari creator con diversi tipi di pubblico, dal più serio al trash”. Ora porre limiti a questa crescita sarebbe da pazzi.