Poco più di due anni fa, la sua presenza in solitaria nel settore ospiti del “San Nicola” durante un Bari-Cittadella terminato 1-0 con rete di Lugo, aveva suscitato più di qualche curiosità: oggi Giuseppe Ferronato, 60enne nato e cresciuto a Cittadella, è uno dei volti più noti ai tifosi pugliesi. A Bedollo la sua visita non è certo passata inosservata: un saluto a una “terra adottiva dopo anni di viaggi di lavoro nella splendida Puglia”, racconta lui a Gianlucadimarzio.com. Tra un selfie con i reduci della "meravigliosa stagione fallimentare" e un ricordo di un decennio di trasferte al seguito del Citta (“Reggio Calabria e Genova le trasferte più belle dopo Bari, ma non ho molti gagliardetti: ho avuto pochi omaggi, porto nel cuore tante persone”), il pensionato giramondo ha ricordato quel 19 maggio 2014, quando di fronte a circa 36mila baresi, si ritrovò unico tifoso granata al seguito di Pellizzer e compagni, con due vessilli nello zaino e una sciarpa del Cittadella al collo. Granata, come il colore dell’auto che l’ha portato nel cuore dell’Altopiano di Pinè (“La scelta cromatica non è casuale” tiene a sottolineare) dopo aver fatto visita ai suoi beniamini nel ritiro di Folgaria: “Quest’anno sta nascendo un bel Cittadella: tanti giovani che in Lega Pro hanno fatto bene, da Pasa a Paleari, fino a un talento come Valzania-racconta-mi spiace solo per la mancata conferma di Cappelletti in difesa”.
Nella vita ha fatto per tanti anni il montatore meccanico. Segue il suo Cittadella in trasferta dal 2008, quando i veneti vinsero i play-off per accedere in serie B contro la Cremonese: “Quel giorno avevo la pelle d’oca-ricorda-anche se le trasferte più particolari sono quelle vissute da solo. E’ accaduto a Bari, perché la partita fu spostata in extremis al lunedì, e a Crotone, dove la tifoseria mi ha accolto e ospitato”. Nella stagione che avrà il via tra un mese Bari e Cittadella saranno di nuovo avversari in serie B: “Chi toglierei a loro? Marino Defendi, ho sempre avuto un debole per gli esterni di centrocampo. E il pubblico? Sono stato in decine di stadi, anche a San Siro nel match contro l’Inter di tre anni fa, ma quello che ho visto a Bari non ha paragoni". Il volto si emoziona quando gli si chiede di Vito Vasile, l’imprenditore che lo aveva contattato nel 2014 offrendogli un soggiorno di una settimana nel capoluogo pugliese per testimoniare l’affetto della comunità barese e scomparso otto mesi fa. “Vito era una persona meravigliosa, di quelli che ti catturano subito. Quando è venuto a mancare, è stato come perdere un parente. Mi sono messo in macchina di notte per raggiungere Bari". Poi subito un aneddoto. "Abbiamo scoperto un’amicizia in comune: Giuseppe Beghetto, medaglia d'oro ai Giochi olimpici di Roma del 1960 che si allenava con Vito. Ho organizzato un incontro a sorpresa e vederli piangere dopo 50 anni senza vedersi è un’emozione che mi resta nel cuore”. I suoi occhi sono ai prossimi calendari di B: “Ho tanti amici che mi aspettano a Bari”. Ma quel giorno non ha dubbi su chi tiferà: evade la risposta e rimonta in macchina. “C’è una salvezza da conquistare, vado a vedere cosa combinano i nostri”. Dai 35mila contro uno, a uno per tutte le stagioni. Giuseppe Ferronato, eroe romantico del calcio moderno. Luca GuerraData: 21/07/2016 -