Ex compagni al Milan, dal 1999 al 2001 con uno scudetto conquistato insieme, e un rapporto speciale già iniziato ai tempi di Perugia. L'amicizia tra Federico Giunti e Gennaro Ivan Gattuso prosegue ormai da anni, segnata dal biennio rossonero che ha rappresentato la svolta per la carriera dell'attuale allenatore della società di via Aldo Rossi 8: intervistato da "La Gazzetta dello Sport", Giunti ha parlato così del Milan plasmato da Rino, sicuro di vedere in lui l'uomo giusto anche per il futuro del club.
"Altro che funerale come diceva prima della Roma — scherza l’ex allenatore del Perugia —, quando lo sentirò lo troverò ancora al suo posto, è l’uomo giusto per questo Milan. Gattuso sempre in discussione? Perché è arrivato dopo profili simili al suo, da Seedorf a Inzaghi e Brocchi, in un Milan che non vince da un po’: si pensa sempre che la svolta possa darla solo un allenatore già affermato, alla Conte. Invece il nuovo Conte potrebbe essere proprio Rino. Per fare il salto gli serve anzitutto la fiducia: va lasciato lavorare in serenità, e sono certo che Leo e Maldini gli faranno da scudo nei momenti più difficili. E poi la continuità di risultati".
Doti e qualità di Gattuso e del suo Milan, poi: "La tenacia, suo punto forte anche da calciatore. Quando è subentrato a Montella è stato formidabile a gestire le difficoltà iniziali ed entrare nella testa dei suoi ragazzi. Il suo Milan mi piace, assolutamente sì. Rino allena un club che storicamente ha sempre giocato un bel calcio e lui sta cercando di mettere in pratica il dogma. Il Milan di oggi è propositivo e non butta mai via la palla: cercano di costruire già da dietro e occhio, perché una volta superato il primo pressing ci sono giocatori in grado di fare la differenza dal centrocampo in su, basti pensare ai gol di Bonaventura e Kessie contro Napoli e Roma. E poi c’è Higuain, un terminale offensivo da big, l’ideale per il 4-3-3 di Rino perché dialoga con mezzali ed esterni".
E la domanda sorge spontanea: dove può arrivare Gattuso, con questa rosa? "La squadra è più competitiva di un anno fa, se la giocherà per il quarto posto. E onestamente no, non avrei mai detto Rino potesse diventare allenatore. Ma è una persona capace e intelligente, ha saputo sfruttare le sue qualità. D’altra parte, se stava in un centrocampo con Pirlo, Seedorf e Kakà non era solo per cuore e grinta...".