Dammi tre parole: "Storia, cultura e cucina". Un, due e tre: così descrive la sua città il nuovo attaccante del Perugia. Cambiare una squadra è come cambiare scuola, cambiare classe: nuovi compagni, nuovi insegnanti, l'attesa di chi rompe il ghiaccio per primo. "Al primo allenamento mi ricordo che hanno fatto finta di niente, si erano messi tutti d'accordo e ad un certo punto mi hanno preso a schiaffi, doloroso ma divertente, mi hanno accolto benissimo", ride Alberto Cerri, che si racconta a gianlucadimarzio.com, con la voglia di mostrare ancora tanto e le capacità dimostrate finora per farlo. Una nuova città, una nuova società, una nuova squadra che però sembrano piacere tanto al numero 27: "A Perugia mi sono trovato benissimo, sono molto contento", l'empatia trovata con la città continua anche nelle prime conoscenze. "Appena ho conosciuto Giunti ci siamo stretti la mano, niente di più, abbiamo dialogato di più durante gli allenamenti successivi, mi ha dato anche molti consigli".
Alberto è un ragazzo con molte qualità, ma è anche molto disponibile a lasciarsi guidare e sa che non si smette mai di imparare: "Tutti gli allenatori finora mi hanno dato qualcosa, dovrei ringraziarli tutti, però forse in maniera particolare Di Biagio mi ha spronato molto in Nazionale, anche in momenti di difficoltà. L'Azzurro dà tantissimo, dà molta visibilità anche a livello europeo, è sempre un onore ed un'emozione indossare quella maglia, ogni chiamata è sempre un grande orgoglio, una soddisfazione". Ha solo 21 anni ma le idee le avute chiare sin da bambino, ha sempre sognato di diventare un calciatore, anche se ammette che in tenera età non ci aveva mai pensato di far parte di una "vera squadra": "È stato mio padre a suggerirmi di provare ad allenarmi, perché a quell'età per me era solo giocare al parco con i miei amici, però ho provato, ed è stato subito amore". I sogni di un bambino alimentati dai video dei "grandi", i suoi preferiti: Zidane, Ronaldo il fenomeno, come lui stesso ha detto, e van Basten.
Di strada ne ha fatta quel ragazzino cresciuto nelle giovanili del Parma, e come in ogni favola arriva anche il momento di suspense; quello di scontrarsi proprio con il suo "primo amore", il Parma, sabato, nella quarta giornata di B. "È stato uno dei miei primi pensieri, dal primo giorno che sono venuto a Perugia, perché è una cosa strana, ma sarà bello ed emozionante per me. Per di più ci sono molti giocatori forti, davanti Ceravolo, Calaiò, anche Siligardi, sono una squadra completa ma li studieremo in settimana e cercheremo di limitarli il più possibile". Di calcio Alberto sembra masticarne anche a casa, infatti è fidanzato con Marianna Gautieri, figlia di un ex calciatore e allenatore, anche se ammette che il tempo da passare con i familiari è sempre troppo poco per parlare solo di pallone, ma "qualche battuta la facciamo". Alberto per l'età che ha, ma anche per la sua simpatia, è un ragazzo che fa subito amicizia e in questi anni ne ha allacciate molte, dal Parma alla Nazionale. E ammette che una guida fondamentale è stata Alberto Gilardino, che ha sentito "giusto ieri", conosciuto lo scorso anno a Pescara e amico dentro e fuori dal campo. Ma i sogni nel cassetto ci sono, anche se ammette di essere felicissimo di giocare a Perugia, per la piazza, per la tifoseria, ma il sogno magari in futuro di calpestare anche il prato dello Juventus stadium o dell'Old Trafford, o "la Bomboniera" - aggiunge ridendo. Ma ora è tempo di chiudere il cassetto e pensare al presente, un bel presente per Alberto che è super concentrato a fare del suo meglio. Per il Perugia e per Perugia. Storia, cultura e cucina. E pallone.
di Virginia Robatto