“Ho ancora voglia di giocare. Mi piacerebbe trovare una squadra che creda in me e che mi dia ancora fiducia”. Alberto Gilardino non fa giri di parole, vuole giocare. Svincolato, cerca un club ma allo stesso tempo si è dato anche un ultimatum. Perché se da un lato il richiamo (e la nostalgia) del campo e delle abitudini da calciatore è davvero forte, dall'altro c'è un pensiero al futuro che può portarlo in panchina e non come riserva: “Il corso da allenatore è una prospettiva. Mi do altri 10 giorni per decidere, perché la voglia di continuare a giocare c'è sempre. Ma nel caso non dovesse esserci nulla di concreto, sicuramente proverò a fare il corso”, ha spiegato in un'intervista durante la trasmissione L'Originale su Sky.
“Mi sono sempre allenato con il pallone. Ma mi manca lo spogliatoio, quando resti per qualche mese lontano da una squadra sono le piccole cose che ti mancano. Napoli? Per prima cosa in bocca al lupo a Milik, ha dimostrato di saper fare la differenza. Il Napoli per la metodologia di gioco e di attaccanti, in questo ultimo anno e mezzo è diverso dalle mie caratteristiche. Sarebbe difficile comunque dire di no a società importanti come queste”. Ma è dalla Serie B che c'è l'interesse più forte: “Lo Spezia? Da 3 o 4 mesi mi corteggiano”.
Gila è dunque a un bivio, lui costato 24 milioni al Milan, quando arrivò in rossonero “in un'estate in cui avevano già comprato Bobo Vieri e c'erano Inzaghi, Sheva, Kakà… Era già un reparto attaccanti ben assortito. Per me fu onore in quel momento, a 24 anni. Rimpianti? Non ne ho avuti, ho avuto la fortuna di giocare con grandissimi campioni. Ho avuto la fortuna di imparare tanto anche sotto l'aspetto umano e questo mi ha fatto crescere anche negli anni successivi”.
Spazio poi a qualche domanda sull'attualità della Serie A. Cosa succede a un centravanti quando perde la via del gol? “Lavorare settimanalmente, è fondamentale. Si possono passare de momenti in cui non fai gol neanche in allenamento. Devi allenarti e cercare di pensarci il meno possibile. Io ero molto istintivo, tanto istinto in campo. E credo che anche Higuain sia nato per fare gol, e possono capitare questi momenti. Da uno come Higuain ci si aspetta almeno un gol a partita ma può capitare un momento così. Ma Icardi è un gradino sopra a tutti ora. Si avvicina forse più alle mie caratteristiche. È determinante per una squadra avere un attaccante che la fa salire e non gioca solo per se stesso e fa fare gol oltre che a farne. In questi ultimi mesi credo che sia quello che stia facendo Spalletti con Icardi, da sempre un grande bomber d'area ma che prima aiutava poco i compagni”.